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Virus nato in laboratorio, virologa cinese: "Trump ci deve delle scuse"

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"Posso garantirlo sulla mia vita: il virus è partito probabilmente da pipistrelli": lo ha detto la virologa cinese Shi Zhengli, che ora attacca Trump.

Mentre continuano le accuse contro la Cina, che avrebbe tenuto nascoste informazioni preziose per contrastare e contenere l’emergenza coronavirus, la virologa Shi Zhengli replica e attacca il presidente degli Usa: “Il virus non è nato in laboratorio. Trump ci deve delle scuse”.

Virus nato in laboratorio, le accuse a Trump

Secondo una ricerca effettuata dall’Università di Harvard, l’emergenza sanitaria in Cina è cominciata con largo anticipo: le immagini satellitari mostrano che già a ottobre gli ospedali erano pieni. Continua il dibattito tra chi ritiene che il Covid-19 abbia origine naturale e chi, al contrario, è certo sia nato in laboratorio. È di questa idea anche Donald Trump, che dall’inizio della pandemia accusa la Cina e le ricerche effettuate a Wuhan. Ma ora a scagliarsi contro il presidente americano è la virologa cinese Shi Zhengli. La scienziata 56enne ha studiato i pipistrelli nelle grotte per più di quindici anni e per questo motivo è soprannominata Bat Woman.

Alla rivista Science ha replicato alle accuse, affermando: “Le affermazioni del presidente Trump che il Sars-CoV-2 è uscito dal nostro istituto contraddicono totalmente i fatti, danneggiano il nostro lavoro accademico e la nostra vita personale. Sul presidente Trump ha detto: “Ci deve le sue scuse”. La Shi, infatti, senza dubbi ritiene che il Covid-19 “sia molto probabilmente partito dai pipistrelli“. Quindi ha precisato: “La probabilità che il virus sia passato direttamente da un pipistrello a un uomo è molto bassa”. E ancora: “Tendo a sostenere lo scenario dell’animale intermedio. Dove questo sia avvenuto non è ancora stato scoperto. Sappiamo dalla storia, come quella dello Hiv, che i luoghi dove sono scoppiate le grandi malattie di solito non sono gli stessi in cui sono originate, vale a dire non sono quelle dove è accaduto lo spillover. Non credo che il passaggio sia avvenuto a Wuhan”.

Molte le polemiche sul mercato di Wuhan, in merito al quale la studiosa cinese ha commentato: “Potrebbe essere stato solo un luogo affollato dove si è verificato un focolaio”. Lo scorso febbraio, inoltre, la virologa raccontò di aver ricevuto una telefonata il 30 dicembre. “Era il direttore dell’ Istituto di prevenzione e controllo delle malattie virali, da Wuhan. Mi disse di tornare subito, avevano trovato un nuovo coronavirus in due pazienti con polmonite”, aveva fatto sapere. Lei pare abbia subito avuto il dubbio: “Può essere venuto dal nostro laboratorio?”. Rientrata a Wuhan però, ebbe modo di studiare il virus e accertarne l’origine naturale. “Posso garantirlo sulla mia vita”, ha assicurato.

Quindi ha concluso: “Negli ultimi vent’anni i coronavirus hanno gettato il caos nella vita e nell’economia, vorrei fare un appello a rafforzare la cooperazione internazionale nella ricerca. Spero che gli scienziati del mondo possano lavorare uniti”.

La replica

Eppure, stando a quanto sostenuto dal biologo Kristian Andersen di Scripps Research, le risposte della Shi non sarebbero corrispondenti alla realtà.

Per lo studioso, infatti, le risposte date dalla virologa a Science, sono state “scrutinate” dalle autorità cinesi. Tuttavia, ha precisato: “Sono logiche e coerenti con la scienza”. Di parere opposto Richard Ebright della Rutgers University, che crede all’ipotesi di un incidente di laboratorio. Le risposte di Shi, per lui, “sono robotiche, repliche di precedenti affermazioni cinesi”.