> > Lesbo, centro isolamento Covid chiuso. Msf: "Rischiano 15000 migranti"

Lesbo, centro isolamento Covid chiuso. Msf: "Rischiano 15000 migranti"

Il campo profughi di Moria, a Lesbo

La chiusura del centro isolamento Covid nell'isola di Lesbo, sostiene Msf, potrebbe scatenare l'epidemia tra 15 mila migranti.

Siamo stati costretti a chiudere il centro di isolamento per il Covid19 sull’isola di Lesbo” è l’allarme lanciato ieri 30 luglio da Medici senza Frontiere riguardo la chiusura del centro che previene i contagi di tutti i migranti che arrivano sull’isola greca. “La chiusura potrebbe avere conseguenze terribili in caso di epidemia a Moria dove vivono oltre 15 mila rifugiati e migranti in condizioni precarie“continua ancora l’organizzazione internazionale che cerca di non abbassare gli occhi sul Centro isolamento Covid a Lesbo e su una realtà che è una delle porte di entrata dei migranti in Europa dal Mediterraneo. Nel 2017 questa perla dell’Egeo era stata investita da forti proteste che portato alla chiusura dell’hotspot, questa volta invece i lucchetti sono stati apposti per uno strumento essenziale alla lotta della diffusione del virus dall’estero: il centro anticontagio covid per i migranti.

Msf, chiuso centro isolamento Covid

Il centro isolamento Covid di Lesbo è stato aperto lo scorso 6 maggio grazie al supporto di organizzazioni mediche e rappresentava l’unico posto sicuro dal punto di vista epidemiologico e preventivo e che evitava ai migranti contagiati a trasmettere il virus anche fuori dal centro d’accoglienza. “Dal 1 luglio, il centro è stato sanzionato dalle autorità locali con multe e potenziali accuse relative ai regolamenti di pianificazione urbana” scrive Msf sul proprio sito ufficiale “Questo avviene nonostante il centro rientrasse nel piano di preparazione all’emergenza definito dal Ministro della Migrazione con l’obiettivo di prevenire la diffusione del Covid-19 tra uomini, donne e bambini chiusi nel centro di accoglienza di Moria“.

Un immagine desolante dal campo profughi di Moria

Le 15.000 persone attualmente a Moria vivono in spazi limitati con scarso accesso ad acqua e sapone– denuncia ancora Msf International – “il che rende impossibile attuare misure preventive come il distanziamento fisico e il lavaggio regolare delle mani. La situazione nel campo profughi di Moria è da tempo drammatica, soprattutto a seguito dell’apertura delle frontiere turche lo scorso marzo. L’organizzazione medica internazionale sostanzia una richiesta: “Più di 300 persone ad alto rischio per la loro età o per patologie croniche, insieme alle loro famiglie, sono costrette a vivere in queste pericolose condizioni. Continuiamo a chiedere l’immediata e urgente evacuazione da Moria ad altro luogo sicuro di tutte le persone vulnerabili, incluse quelle ad alto rischio di contrarre il Covid-19“.

Collaborare per riaprire il Centro

L’allarme viene lanciato dai vertici stessi di Msf in Grecia, primo tra tutti il capomissione Msf nel paese ellenico, Stephan Oberreit: È assurdo essere ostacolati dalle autorità locali mentre proviamo a proteggere persone vulnerabili, quando accanto a noi a Moria, assistiamo a una gravissima violazione della dignità umana, con migliaia di persone intrappolate in condizioni disumane” . Rimane uno spiraglio per riaprire il Centro a Lesbo? Da Msf piena collaborazione. “Siamo disponibili a discutere con le autorità greche le misure necessarie per contenere il rischio di una diffusione del Covid-19 tra le persone nel centro di accoglienza di Moria. Restano attivi i servizi per la salute pediatrica, riproduttiva e mentale nella clinica di MSF a Moria“.