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Esplosione a Beirut, parla un italiano ferito: "Non credevo ai miei occhi"

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Ha perso tutti gli effetti personai e due suoi colleghi sono morti: parla un italiano rimasto ferito nell'esplosione a Beirut.

Non riusciva a credere a suoi occhi Vincenzo Orlandini, un italiano rimasto ferito durante l‘esplosione che ha devastato Beirut. Al momento del tragico evento si trovava nel suo ufficio a bordo della nave da crociera Orient Queen, della cui sezione alberghiera è direttore, che al momento della deflagrazione si trovava attraccata al porto cittadino. “Mi trovavo a duecento-trecento metri dal luogo in cui è avvenuta l’esplosione. Se in quel momento fossi andato nella mia cabina a riposare molto probabilmente non sarei qui“, ha raccontato in un’intervista a Il Fatto Quotidiano.

Parla un italiano ferito nell’esplosione a Beirut

L’uomo ha spiegato di aver assistito alla prima esplosione dalla finestra del suo ufficio per poi essere investito dalla seconda. “Fortunatamente ho avuto la prontezza di buttarmi a terra per trovare riparo. È stato uno scoppio assordante, metà nave è stata completamente distrutta“, ha affermato. Ora l’imbarcazione è infatti inclinata su un fianco mentre del lato esposto verso il deposito esploso non v’è quasi più traccia.

Una volta tornato a bordo, Orlandini non ha più trovato nulla dei suoi effetti personali se non alcuni documenti di lavoro. Diversi membri dell’equipaggio sono inoltre rimasti feriti, almeno sei, mentre due sono morti. Come tutti i suoi colleghi, ora vorrebbe solo tornare in patria ma non ha i documenti per poterlo fare. L’unità di crisi della Farnesina gli ha quindi assicurato che nel giro di due o tre giorni gli farà avere tutto il necessario. Anche perché sarebbe dovuto tornare da Beirut mesi prima, ma a causa dell’epidemia non ha potuto farlo.

Una situazione, quella che ha vissuto, che ha definito non lontanamente paragonabile ad altri eventi del genere che si è trovato a vedere con i sui occhi. Tra questi l’esplosione di un minibus a Kusadasi (Nigeria) che ha causato morti e feriti ma che l’episodio del Libano ha ampiamente superato.