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Esplosione Beirut, la coppia italiana: "Sopravvissuti per miracolo"

esplosione beirut

La drammatica testimonianza di una coppia italiana residente a Milano e presente a Beirut il 4 agosto durante l'esplosione.

L’esplosione di Beirut del 4 agosto coinvolge anche l’Italia: ci sono due militari feriti, fortunatamente non in modo grave. Ma il drammatico racconto su quanto accaduto intorno alle ore 17 di un martedì di agosto arriva da una coppia di Milano (lei meneghina, lui libanese), a Beirut per un mese di vacanza. “Con la prima esplosione sono finita a terra, con la seconda è crollato tutto. Per un attimo ho pensato che un aereo si fosse schiantato sull’hotel, come l’attentato delle Torri Gemelle. Ora stiamo scappando, per strada sembra sia scoppiata la guerra”. Parla così Eleonora Carrai 29 anni, milanese doc. Sta scappando insieme al marito, Anas Riachi, imprenditore libanese di 27 anni. Sono arrivati in città solo 24 ore prima della tragedia. E il racconto fa accapponare la pelle.

Esplosione Beirut, il racconto della coppia italiana

Anas ed Eleonora raccontano quanto accaduto durante l’esplosione che ha segnato Beirut: “La nostra stanza era al dodicesimo piano dell’albergo, è crollato tutto. Noi siamo scesi gattonando in mezzo ai cocci di vetro delle finestre in frantumi, tra calcinacci, sangue e gente disperata. Avevo appena guardato l’orologio, erano le 18.10″. Quando all’improvviso si è udita un’esplosione e un tremore simile a un terremoto: “Ci siamo guardati increduli. Pochi istanti dopo un’altra esplosione, entrambi siamo finiti a terra. Soffitto e mobili sono crollati. Io mi sono messa a cercare Bella, la nostra cagnolina Chihuahua. Temevo fosse morta sotto i calcinacci, invece si era riparata sotto il letto. Siamo riusciti a uscire a fatica dalla stanza, non capivamo neanche più dove fosse la porta per uscire”.

Anas ed Eleonora scappano dall’hotel, in fuga da Beirut dopo l’esplosione: Erano tutti accalcati sulle scale, per un momento ho pensato che non saremmo mai riusciti a uscirne vivi”, ricorda la coppia. Eleonora dice di avere le ginocchia distrutte: “Mi si sono conficcati i vetri mentre strisciavo a terra nel tentativo di mettermi in salvo. Ero talmente impaurita che, lì per lì, non ho nemmeno sentito il dolore dei tagli”.

Marito e moglie, dopo essersi ricongiunti con il cognato (anche lui di Milano e presente in vacanza a Beirut) sono saliti sull’auto che avevano preso a noleggio una volta arrivati nella capitale. Insieme hanno iniziato a muoversi verso Zahle, città dell’entroterra, a 53 chilometri da Beirut. “Qua sembra sia scoppiata la guerra, ci sono ingorghi per strada, tutti scappano. Non sappiamo se e quando riusciremo ad arrivare a destinazione”. Anas, che in Libano ci è nato e cresciuto, conosce bene la capitale e la zona colpita dalle esplosioni. “Ci sono gli alberghi migliori, i negozi delle griffe alla moda. Quando torno nella mia terra natale cerco sempre di alloggiare lì. C’è un negozio che vende abiti da uomo italiani, non è rimasto niente. C’erano solo macerie”. La coppia non nega di aver pensato a un attacco terroristico. E adesso l’unico obiettivo: “Trovare un riparo sicuro. Poi penseremo a un modo per tornare in Italia”.