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Bambina di 10 anni abortisce in Brasile, era incinta dopo uno stupro

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È polemica in Brasile dopo che i giudici hanno consentito l'aborto per una bambina di 10 anni rimasta incinta a seguito delle violenze dello zio.

Continuano le polemiche in Brasile dopo che i giudici dello stato di Espirito Santo hanno acconsentito l’interruzione di gravidanza nei confronti di una bambina di soli 10 anni che era rimasta incinta dopo uno stupro subito dallo zio. La piccola era infatti al quinto mese di gravidanza e i medici dello stato di Pernambuco, dov’è ella è originaria, si erano rifiutati di effettuare l’aborto per motivi di coscienza e per il fatto che secondo la legislazione brasiliana esso è consentito soltanto fino alla 22esima settimana di gestazione.

Bambina di 10 anni abortisce in Brasile

Oltre al limite massimo delle 22 settimane, la legge brasiliana consente l’interruzione di gravidanza soltanto in caso di rischio di vita per la madre, stupro o anencefalia (malformazione congenita per cui il feto non sviluppa la volta cranica e l’encefalo). L’opposizione dei medici di Pernambuco ha costretto dunque la bambina a rivolgersi presso una clinica specializzata nello stato di Espirito Santo, a 1.600 chilometri di distanza dal suo luogo di residenza, dove grazie anche all’intervento favorevole della Corte di Giustizia locale ha potuto finalmente abortire. A tal proposito, il giudice Antonio Moreira Fernandes ha affermato: “La volontà della ragazza è sovrana”.

Una decisione che però ha scatenato le critiche dei partiti di destra e delle associazioni vicine alla chiesa evangelica e a quella cattolica, le quali hanno contestato la legittimità dell’interruzione di gravidanza. La stessa Conferenza episcopale brasiliana, nella persone dell’arcivescovo Walmor Oliveira de Azevedo ha definito “orribile” l’accaduto, spiegando che: “La violenza sessuale è terribile, ma la violenza dell’aborto non si spiega, date tutte le risorse esistenti e messe a disposizione per garantire la vita dei due bambini”.