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Marocco, bimbo abusato e seppellito a pezzi in giardino: lanciata petizione

Marocco bambino seppellito in giardino

A Tangeri undicenne violentato, ucciso e seppellito a pezzi in giardino. Una petizione chiede la pena di morte per il presunto assassino.

Orrore in Marocco: da Tangeri arriva una notizia drammatica che ha portato alla morte un bambino di 11 anni, il quale è stato violentato, ucciso e seppellito a pezzi in giardino. Si fa appello alla giustizia, affinché chi è stato capace di commettere un gesto tanto folle quanto brutale, così macabro e perverso, non resti impunito. E c’è già chi ha lanciato una petizione, con la quale si chiede la pena di morte per il presunto assassino.

Marocco, bimbo seppellito a pezzi in giardino

Alla violenza di Pisticci, dove due minorenni inglesi sono state stuprate, segue un’altra folle notizia proveniente dal Marocco. Si chiamava Adnane il bambino di 11 anni finito nel mirino delle turpi follie di un uomo che è stato in grado, barbaramente, di violentarlo e ucciderlo, per poi farlo a pezzi e seppellirlo in giardino.

Il giovane marocchino era scomparso il 7 settembre scorso a Tangeri. Era uscito di casa per andare in farmacia, distante solo poche decine di metri dalla sua abitazione. Da quel momento di lui si sono perse le tracce. Adnane, infatti, non ha mai più fatto ritorno a casa. I genitori hanno tempestivamente avvertito la polizia, che ha poi ritrovato il corpo del figlio fatto a pezzi e seppellito nel giardino vicino a casa, in un quartiere residenziale di Tangeri.

Le indagini sono state affidate alla Direzione generale della Sicurezza nazionale. Da quanto emerso finora, è il vicino di casa il presunto assassino. Si tratta di un ragazzo di 24 anni, impiegato. A incastrarlo sono state le telecamere di sorveglianza situate nel quartiere. Interrogato dalla polizia, il ragazzo avrebbero confessato di aver rapito Adnane per violentarlo.

Lo avrebbe portato in un appartamento in affitto nella zona di Bni Makada, dove l’undicenne è stato violentato e poi ucciso “perché gridava troppo”. Così ha dichiarato il 24enne dopo che la polizia lo ha condotto nel giardino in cui sono stati nascosti i resti di Adnane. Il suo corpo è stato nascosto in vasi di palme e bouganville.

In seguito all’allarme dei genitori, comprensibilmente preoccupati per la scomparsa del figlio, il Paese si era già mobilitato sul web affinché il bambino potesse essere presto rintracciato. Ora l’intera comunità mostra il suo sdegno per l’accaduto e in molti chiedono a gran voce l’applicazione della pena di morte, per la quale è stata appositamente lanciata una petizione su Facebook. Favorevole a tale condanna è anche Omar Al Kazabri, l’imam della moschea marocchina dedicata ad Hassan II a Casablanca. Infatti, ha commentato: Ho il cuore spezzato dal dolore, non trovo sul dizionario le parole per descrivere un tale atto di brutalità e odio. Chi difende i diritti dell’assassino di Adnane ignora i fondamenti della giustizia del Corano”.