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Accordi di Abramo: cosa sono e come cambieranno il Medio Oriente

Trump accordi di abramo

A Washington Donald Trump ha co-firmato gli Accordi di Abramo per la normalizzazione dei rapporti Israele, Emirati Arabi e Bahrein.

A Washington, tra le mura della Casa Bianca, Donald Trump ha siglato nella giornata del 15 settembre gli Accordi di Abramo, che danno vita alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele, Emirati Arabi e Bahrein e al riavvicinamento sotto la sfera del commercio e dell’economia.

Netanyahu: “Un giorno storico”

Gli Accordi di Abramo racchiudono in realtà, almeno sul piano giuridico, due diverse intese. Tra Israele (dove negli stessi giorni è cominciato il secondo lockdown totale) e gli Emirati Arabi Uniti, infatti, è stago siglato un vero e proprio trattato di pace, mentre tra lo Stato ebraico ed il Bahrein si tratta ufficialmente di una dichiarazione di pace. Due formule diverse che, tuttavia, danno ad ogni modo esito a una distensione dei rapporti tra i paesi.

Un giorno storico, una nuova alba di pace“, ha commentato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Egli, inoltre, ha ringraziato Donald Trump per avere svolto il ruolo di mediatore. Anche altri Paesi islamici, secondo quanto affermato dal presidente degli Stati Uniti, presto normalizzeranno le loro relazioni con Israele: “Dopo decenni di violenze – ha spiegato – gli Accordi di Abramo segnano l’alba di un nuovo Medio Oriente grazie al coraggio dei leader visionari di questi tre Paesi”.

Cosa prevedono gli Accordi di Abramo?

I dettagli relativi all’intesa raggiunta dai tre Paesi resteranno per lo più segreti. Inoltre, affinché i patti diventino legali dovranno prima essere approvati dai diversi Parlamenti. In base a quanto delineato ad agosto, ad ogni modo, l’accordo tra Israele ed Emirati Arabi sospende l’annessione delle parti della Cisgiordania da parte dello stato ebraico. Rimane, dunque, in dubbio il futuro della Palestina. “Non ci sarà nessuna pace senza la fine dell’occupazione”, ha annunciato il premier palestinese Abu Mazen.

Da Abu Dhabi intanto arrivano le pressioni per ottenere il via libera dagli Stati Uniti per la vendita degli F-35 su cui finora Israele aveva messo il veto. Israele, da parte sua, potrà contare su nuovi vantaggi economici. In particolare, la cooperazione commerciale con i Paesi del Golfo potrebbe valere miliardi di dollari di interscambio annuo. Nei dettagli, gli affari tra i tre Paesi potrebbero raggiungere fin da subito i 500 milioni di dollari.

Sotto la sfera del turismo, ad esempio, i pellegrini di Emirati Arabi e Bahrein potranno visitare i luoghi sacri islamici in Israele, mentre coloro che arrivano dal paese ebraico potranno visitare le immense città del sud-est della penisola araba.