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Usa, proteste per la morte di Breonna Taylor: tensioni con la polizia

Breonna Taylor proteste

Negli Stati Uniti proseguono le proteste per la sentenza del Gran Jury sulla morte di Breonna Taylor, 26enne afroamericana uccisa dalla polizia.

Breonna Taylor è diventata uno dei volti del Black Lives Matter. A sei mesi dall’uccisione dell’afroamericana da parte della polizia non si fermano le proteste negli Stati Uniti. Al processo, infatti, soltanto uno degli agenti coinvolti nella morte della ventiseienne è stato incriminato. I manifestanti chiedono giustizia.

La morte di Breonna Taylor

Breonna Taylor è stata uccisa nella notte tra il 12 e il 13 marzo scorso nel corso di una presunta operazione anti-droga da tre agenti di polizia che avevano fatto irruzione usando un ariete nella sua abitazione a Louisville, in Kentucky. La giovane infermiera era stata in realtà scambiata per un’altra donna, che nel frattempo era già stata arrestata. Otto i colpi di pistola sferrati dalla polizia sul corpo della ventiseienne, che dormiva nella sua stanza. Con lei il fidanzato Kenneth Walker che, nel momento del raid, aveva preso un’arma da fuoco legalmente detenuta per difendersi.

Dei tre agenti coinvolti soltanto uno, Brett Hankison, è stato ad oggi incriminato per condotta negligente e pericolosa, in quanto ha sparato nella direzione di altre abitazioni, ma non per omicidio. Nel caso in cui venisse condannato rischierebbe fino a 15 anni di carcere. Gli altri due, tra cui anche l’agente Myles Cosgrove, che ha sparato il colpo decisivo per la morte della ragazza, sono invece attualmente liberi. La decisione del Gran Jury ha scatenato le proteste.

Le proteste a Louiseville

In migliaia, in tutte le città degli Stati Uniti, stanno manifestando il proprio dissenso per la sentenza. Le proteste erano già iniziate a marzo scorso e continuano a proseguire. Proprio a Louisville, dove Breonna Taylor è stata uccisa, ci sono stati degli scontri tra i manifestanti e gli agenti della polizia. Due di questi ultimi sono rimasti feriti a causa di alcuni colpi di arma da fuoco. Il più grave si è sottoposto a intervento chirurgico, ma non è in pericolo di vita. Il presunto aggressore, come ha confermato il capo della polizia Robert Schroeder, si trova adesso in custodia. 

Dobbiamo continuare a pronunciare il nome di Breonna Taylor, sostenere la sua famiglia ancora in lutto e non rinunciare mai a garantire la piena promessa dell’America a ogni americano“, ha scritto in un tweet il candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden. “La violenza, però, non è mai e non potrà mai essere la risposta“.