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Referedum in Svizzera, a rischio anche i frontalieri?

Referendum in Svizzera sui frontalieri

Il 27 settembre in Svizzera i cittadini saranno chiamati al voto per il referendum: il sì direbbe addio alla libera circolazione dei frontalieri.

Domenica 27 settembre in Svizzera i cittadini saranno chiamati a votare per il referendum già battezzato come “anti-immigrazione” o “anti-italiani”, perché potrebbe avere un forte impatto sulla vita dei frontalieri. Con la vittoria del sì sostenuto dai partiti di destra, infatti, sarebbero aboliti gli accordi sulla libera circolazione sottoscritti con l’Unione Europea. In buona sostanza con il progetto presentato con lo slogan “per un’immigrazione moderata”, la Svizzera uscirebbe dallo spazio Schengen che consente a tutti i cittadini europei di accedere ai confini elvetici senza alcuna restrizione.

Referendum in Svizzera: conseguenze per i frontalieri

Il referendum richiama alla mente la consultazione che 50 anni fa rischiò la cacciata dalla Svizzera oltre 300 mila lavoratori italiani e alla fine respinta con il 54% dei voti. Stavolta i sondaggi parlano di una forbice molto più ampia con la bilancia che dovrebbe ampiamente pendere dal lato nel no alla proposta, ma l’Udc, il partito che ha promosso il referendum (a una settimana esatta da quello italiano sul taglio dei parlamentari), spera a ancora che le previsioni possano essere ribaltate.

Il referendum comporterebbe una modifica importante alla Costituzione, una sorta di Brexit svizzera, insomma, giustificata – secondo i sostenitori del sì – dalla presenza di immigrati che oggi superano il 24% delle persone residenti nel Paese. Ciò senza contare i frontalieri che ogni giorno entrano ed escono dalla Svizzera dai paesi confinanti, primo tra tutti l’Italia.

Le ragioni del sì e dle no

Secondo i fautori del sì, l’eccessiva presenza di immmigrati ha prodotto il calo dei salari medi per i cittadini elvetici. Per il fronte del no, rappresentato in primis dal Governo, l’epurazione degli immigrati creerebbe un problema legato al reperimento di manodopera e toglierebbe una fetta importante di mercato alle piccole e medie imprese che perderebbero competitività. Questo comporterebbe anche  un aumento interno dei prezzi e difficoltà per quanto riguarda l’esportazione dei prodotti fuori dai confini svizzeri.