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Pescatori sequestrati in Libia, parla Generale dell'esercito

Libia, i pescatori sequestrati saranno processati

I pescatori siciliani sequestrati saranno giudicati secondo le leggi dello Stato libico

I pescatori siciliani arrestati in Libia saranno sottoposti ad un procedimento e saranno giudicati secondo la legge dello Stato libico.  Ad affermarlo in una intervista rilasciata a “Quarta Repubblica”, il generale Khaled al-Mahjoub, portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico guidato da Khalifa Haftar. Al momento la Libia detiene 18 pescatori, di cui 8 sono italiani. Il Generale ha affermato che le condizioni dei detenuti sono ottime, vengono nutriti e sono trattati nel rispetto dei diritti umani. Khaled al-Mahjoub ha assicurato anche che i detenuti non devono temere per azioni diverse da un regolare procedimento previsto dalla legge. Il militare se l’è presa poi con l’Italia rea, secondo lui, di permettere ai pescatori di violare di frequente le acque internazionali. Riguardo invece  all’indiscrezione nella quale il generale Haftar avrebbe richiesto in cambio, per la liberazione dei pescatori italiani, uno scambio con quattro libici condannati in Italia, il portavoce ha risposto che non esistono dichiarazioni ufficiali in merito.

Musumeci chiede intervento del Governo

Intanto, nelle scorse ore, sulla vicenda dei pescatori detenuti in Libia era intervenuto anche il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci: “Seguo con grande apprensione questa vicenda – ha detto Musumeci -, è mio dovere farlo, come presidente della Regione e come cittadino. Questa delle piraterie a danno dei nostri pescherecci è una storia vecchia che si ripete e di fronte alla quale i governi italiani non hanno mai saputo trovare un’intesa risolutiva con i Paesi nordafricani. A pagarne il conto però sono sempre i pescatori siciliani“.