Per i risultati delle ultime elezioni parlamentari in Kirghizistan, paese dell’Asia centrale, si sono accese delle violente proteste tra la polizia locale e i manifestanti intenti a denuciare brogli e compravendita di voti che avrebbero falsato l’esito delle urne. A vincere sono stati i due partiti filogovernativi Birimdik e Mekenim Kirghizistan che perlappunto sostengono l’attuale presidente Sooronbay Jeenbekov. Inoltre, a far inferocire i manifestanti, è il fatto che solo 5 partiti su 16 siano riusciti a far eleggere i propri rappresentanti in Parlamento superando la soglia del 7%. A deligittimare le ultime elezioni è stato anche un membro dlla Commissione Elettorale del paese, Gulnara Dzhurabaeva, che ha affermato come i risultati non possano considerarsi validi. Negli scontri decine di manifestanti sono stati infine feriti dalle forze dell’ordine.
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Proteste Kirghizistan per i risultati elettorali
Le proteste avrebbero riguardato tutto lo Stato, anche se la situazione più complicata si è registrata nella capitale Bishkek. Gli oltre 4mila manifestanti sarebbero stati allontanati dalla polizia con dei cannoni ad acqua, lacrimogeni e granate.
#Kyrgyzstan ??: footage from inside the Kyrgyz parliament building in #Bishkek pic.twitter.com/RuwYguaWmY
— Thomas van Linge (@ThomasVLinge) October 5, 2020
I fatti descrtitti risalgono alla notte tra lunedì 5 e martedì 6 ottobre. Proprio in quelle ore i manifestanti hanno fatto irruzione nella sede del parlamento con l’intento di distruggere i documenti e sottolineare come quel luogo istituzionale sia del popolo e non solo degli eletti. Inoltre, stando a quanto riportato dal Guardian, le proteste avrebbero portato anche alla scarcerazione dell’ex presidente Almazbek Atambayev, condannato ad 11 anni e due mesi per la sua responsabilità nel rilascio di Aziz Batukaev che nel 2019 era stato accusato di omicidio e di aver innescato dei disordini di massa.