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Coronavirus, in Europa scarseggia il Remdesivir: Ue ottiene nuove dosi

remdesivir

La Commissione Europea è riuscita a ottenere oltre 20mila nuove dosi di Remdesivir, scongiurando così la carenza del farmaco registratasi mercoledì.

Sembra essere stata scongiurata per il momento la carenza di Remdesivir registratasi in Europa lo scorso mercoledì 7 ottobre. La Commissione Europea ha infatti in queste ultime ore modificato il contratto firmato a luglio con la casa farmaceutica Gilead, assicurandosi in questo modo 20.300 nuove dosi del medicinale che saranno immediatamente distribuite ai paesi in maggiore difficoltà nel reperirlo. La carenza di Remdesivir era stata provocata dall’acquisto di tutte le dosi prodotte fino al 30 settembre da parte degli Stati Uniti.

Europa, scongiurata carenza di Remdesivir

Le dosi ottenute in mattinata dalla Commissione sono sufficienti per curare subito circa 3.400 pazienti e sono state pagate con i soldi dello Strumento di sostegno alle emergenze (Esi). Le 20.300 dosi aggiuntive del farmaco sono state infatti ottenute grazie a una modifica di sette milioni di euro, mentre per altri settanta milioni è stato chiuso nelle stesse ore un contratto che permette una fornitura di 500mila dosi per i prossimi mesi, con opzione per un milione.

Partecipano all’appalto congiunto non solo i 27 paesi dell’Unione Europea, ma anche sei paesi candidati ufficiali all’adesione e il Regno Unito, che potranno ora procurarsi direttamente il Remdesivir. Proprio il Regno Unito, assieme a Repubblica Ceca e Paesi Bassi, era stato uno dei paesi che maggiormente aveva denunciato la carenza del farmaco antivirale, al momento l’unico in grado di dimostrarsi relativamente efficace nella cura al coronavirus

In Italia l’Agenzia del farmaco non ha per il momento evidenziato particolari criticità nell’approvigionamento del medicinale, anche se negli scorsi giorni il direttore generale Nicola Magrini ha aveva cosi descritto un ipotetico scenario europeo: “Il fabbisogno supera la disponibilità. Il rischio di carenza è forte. L’aumento della domanda rischia di portare all’esaurimento delle scorte”.