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Argentina, Paola uccisa dal suo stalker dopo 13 denunce

Paola uccisa dal suo stalker

La donna è stata pugnalata a morte sotto casa dal suo stalker, che aveva denunciato 13 volte.

Paola Estefania Tacacho, insegnante di inglese di 32 anni, è stata uccisa dal suo stalker, Mauricio Parada Parejas, dopo 13 denunce. L’assassino era un ex alunno della donna e per cinque lunghi anni aveva continuato a perseguitarla, molestarla e minacciarla di morte. Le denunce che aveva sporto Paola non hanno fermato il suo aguzzino, che l’ha pugnalata a morte sotto casa.

Paola uccisa dal suo stalker

Paola è stata uccisa alle 21.30 di sera, dopo la sua sessione di allenamento in una palestra, mentre stava rientrando a casa. Ha dovuto percorrere pochi isolati per arrivare al 500 di via Monteagudo, nella periferia nord di San Miguel de Tucumán. Il suo stalker era lì che l’aspettava e l’ha brutalmente aggredita, mentre lei tentava con tutta se stessa di scappare. La ragazza è stata pugnalata e non c’è stato nulla da fare. La notizia è stata diffusa dai media e questo ha portato alla scoperta del drammatico scenario di violenza, minacce e stalking che stava vivendo da cinque anni l’insegnante di 32 anni. Una tragedia annunciata da 13 denunce sporte dalla donna, che sono state archiviate dal giudice in quanto “non c’era abbastanza spazio fisico” per il numero di pratiche in quell’ufficio. Gli studenti la chiamavano Miss Paola e nel 2015 era stata l’insegnante del suo assassino al Mark Twain College, dove Parejas manifestava apertamente la sua ossessione.

Il ragazzo la molestava con messaggi osceni e pieni di minacce. Aveva studiato le sue abitudini e l’aspettava a casa, al lavoro e in palestra. Aveva creato dei profili Facebook falsi, sotto il nome di Paola, per inviare messaggi violenti ai suoi amici. La donna ha dovuto chiudere tutti i social network per le minacce ricevute e ha sporto ben 13 denunce, senza ricevere risposte. A proteggerla solo un’ordinanza restrittiva, che lo stalker ha sempre violato. L’assassino, secondo quanto riferito dai parenti dell’insegnante, ha goduto di un trattamento di favore perché appartiene ad una famiglia importante, che ha attribuito i comportamenti violenti a dei problemi mentali. “Non hanno mai alzato un dito per proteggerla” ha spiegato Ana, compagna di Paola. “Ancora una volta assistiamo alla mancanza di protezione a danno di donne, lesbiche, gay, trans, travestiti, intersessuali e bisessuali per mano di un governo che copre abusatori, uomini violenti e stalker. Non solo non adottano misure efficaci, ma danno modo di continuare a ucciderci” si legge nel manifesto per convocare una marcia a Tucuman con l’associazione Ni una menos. Il 29 maggio scorso Paola aveva presentato la sua ultima denuncia, per cercare di fermare il suo stalker. L’azione era contro Parada Parejas, la sua famiglia e anche contro lo Stato. Ora la sua famiglia porterà avanti questa causa.