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Polonia, stop a legge contro aborto: decisive le proteste delle donne

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La traduzione in legge della sentenza contro l'aborto in Polonia è stata rinviata.

La Polonia ha fermato la traduzione in legge della sentenza della Corte costituzionale, che vietava l’aborto in qualsiasi caso: anche in presenza di malformazioni gravi o mortali del nascituro. A seguito delle numerose proteste di donne e uomini, scesi in piazza per manifestare, il governo di destra guidato dal Premier Mateusz Morawiecki ha affermato che dialogherà con il paese sul tema. Si tratta di uno stop, dunque, momentaneo, ma che potrebbe portare all’annullamento definitivo del divieto.

La legge sull’aborto

Fino a qualche giorno fa in Polonia l’aborto era consentito soltanto in tre casi: pericolo di vita della madre, stupro e gravi malformazioni del feto. La Corte costituzionale, tuttavia, giovedì 22 ottobre, ha stabilito che abortire in caso di malformazioni anche gravi viola la Costituzione. Questa era infatti la causa del 98% degli aborti dell’ultimo anno. Così facendo la giustizia ha tolto la possibilità alle donne di interrompere la gravidanza sostanzialmente in qualsiasi caso.

Per questa ragione donne, ma anche giovanissimi e uomini, sono scesi in piazza per protestare. Le manifestazioni hanno sorpreso il governo, soprattutto per la presenza tra la folla di esponenti conservatori, vicini alla Chiesa tradizionalmente antiabortista. Questo ha spinto i vertici polacchi a rivedere la propria opinione.

Intanto, d’altra parte, i termini per la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale e, dunque, della traduzione di quest’ultima in legge, sono trascorsi lunedì 2 novembre. L’esecutivo ha ammesso che “ci vuole più tempo per il dialogo“. In primis, questa volta, verranno chiamate a rapporto le rappresentanti del movimento delle donne, ma anche altri soggetti, come le Ong, i membri dell’opposizione e la società civile stessa.

Infine, il tema riguarderà anche l’Unione Europea, che da decenni ha a cuore e intende preservare i diritti delle donne. “Non si torna indietro“, ha detto la cancelliera tedesca Angela Markel in merito ai traguardi raggiunti nella storia recente dal sesso femminile.