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Elezioni Usa 2020, città blindate: rafforzata anche la sicurezza di Biden

proteste in america dopo il voto

I servizi segreti avrebbero mandato una squadra di rinforzo a protezione di Joe Biden, possibile vincitore delle elezioni Usa 2020.

Scontri a due giorni dall’election day negli Stati Uniti. In diversi Stati, i sostenitori di Trump e Biden si sono riversati nelle strade per manifestare, chiedendo il riconteggio dei voti da una parte, e di contare sino all’ultimo voto (Count every vote) dall’altra.

Rafforzata la sicurezza di Biden

Si teme anche per l’incolumità del candidato democratico. Secondo quanto riportato dal Washington Post, i servizi segreti hanno inviato una squadra per rafforzare la protezione attorno a Joe Biden e alla sua famiglia, che in questo momento si trova a Wilmington, in Delaware. Da qui, presumibilmente, terrà il suo discorso in caso di vittoria.

Elezioni Usa 2020, grandi città blindate

Le città così come i loro abitanti, sapevano che gli scontri e le proteste nelle piazze e nelle strade si sarebbero verificati dopo le elezioni. Già nei giorni precedenti al voto del 3 Novembre, molti negozi delle grandi città, avevano ben pensato di installare pannelli di compensato per blindare le vetrine. Così a New York ad esempio, gli storici centri commerciali e dei negozi di lusso di Midtown Manhattan, ma anche i piccoli negozietti al dettaglio di Brooklyn e del Bronx, hanno coperto le vetrine con pannelli di compensato per proteggersi da atti vandalici. La stessa tattica è stata usata da alcuni ristoranti, banche e uffici, è stata blindata anche la sede di News Corp – che include Fox News, il Wall Street Journal e il New York Post.

Proteste a New York

Puntualmente la previsione si è avverata. Nella notte si sono verificati, a New York, scontri tra manifestanti e polizia, con i manifestanti che protestavano contro l’amministrazione Trump e chiedevano il conteggio dei voti sino all’ultima scheda; e la polizia che ha effettuato decine di arresti, quando la manifestazione inziata in modo pacifico, è poi degenerata con il lancio di uova e spazzatura a Manhattan.

Arizona

Stesso copione in Arizona, nella contea di Maricopa, dove i sostenitori di Trump, hanno raggiunto la sede dello scrutinio e hanno chiesto di contare “sino all’ultimo voto”. La protesta è partita, quando l’emittente Fox News, ha deciso di assegnare l’Arizona, senza che tutte le schede elettorali fossero state contate, al candidato democratico Biden. A causa della presa di posizione della Fox, a Phoenix, circa 300 persone, hanno imbracciato pistole e fucili, e si sono riunite davanti al dipartimento elettorale, per contestare l’assegnazione dello stato ai dem. Tra l’altro l’assegnazione da parte di Fox, in considerazione del vantaggio di Biden, potrebbe non rivelarsi veritiero, perchè mancano ancora i voti di una contea, che da sempre vota per i repubblicani.

Proteste anche in Oregon e Michigan

Proteste anche in Oregon, dove si sono registrati disordini nei centri cittadini, con manifestanti armati di fucili, che sono stati poi arrestati dalla Guardia Nazionale.

Anche in Michigan e soprattutto a Detroit, i sostenitori di Trump sono scesi a manifestare, chiedendo di fermare il conteggio dei voti. Anche in questo caso i manifestanti si sono riversati nell’edificio predisposto per lo scrutinio, cercando di penetrare al suo interno per bloccare le procedure. L’edificio è attualmente presidiato dalla polizia.