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Chicago, uccide la famiglia e poi la compagna: "Non voleva cucinare"

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25enne ha assassinato la famiglia della compagna e ha poi ucciso la ragazza stessa. Un omicidio efferato aggravato da futili motivi.

Strage di famiglia a Chicago: un uomo uccide la compagna, sua madre e la sorella. Dopo essere fuggito a Iowa, il 25enne è stato catturato e incriminato. Alla polizia ha raccontato la motivazione del crudele gesto: la compagna non voleva cucinare.

Strage a Chicago: uccide compagna e famiglia

Il 25enne, John Matthews, è stato arrestato dopo più di un mese di latitanza dopo aver compiuto una strage familiare nella sua casa di Chicago. L’uomo ha ucciso la madre, la sorella della compagna e poi anche la ragazza stessa. I motivi dell’omicidio li ha raccontati lui stesso alla polizia che lo ha arrestato agli inizi di novembre. “Non voleva cucinare né sistemarmi i capelli“. Questa la grave mancanza che ha fatto scatenare l’ira dell’omicida.

L’uomo ha ucciso la sua compagna, nonché madre di suo figlio, Shonta Harris di 24 anni. La lite domestica è stata scatenata dal fatto che la donna si fosse rifiutata di intrecciargli i capelli e di cucinare perché stanca. Questo è bastato per scatenare l’ira di John Matthews che non ha saputo fare altro che utilizzare la sua pistola contro di lei e la sua famiglia. La ragazza, terrorizzata dall’ira dell’uomo, ha deciso di chiamare in un momento la madre che si è diretta immediatamente nel loro appartamento di Chicago.

Una volta arrivate a destinazione, la madre, Frances Neal di 56 anni e la sorella, Jasmine Neal di 27, sono state uccide dal compagno della figlia. Non le ha volute far entrare in casa e ha aperto il fuoco contro di loro. Successivamente è rientrato in casa e ha sparato anche alla compagna. La donna non è morta sul colpo ma è stata trasportata in ospedale in gravissime condizioni. La donna è poi deceduta nel settembre scorso.

Dopo aver compiuto l’efferato delitto, Matthews si è dato alla fuga in Iowa dove è stato arrestato in seguito a un incidente stradale. È stato estradato dalla città di Chicago e il 5 novembre è stato condannato senza possibilità di cauzione.