Nella città di Shanghai, in Cina (il cui Ministero degli Esteri ha messo in dubbio l’origine della pandemia nel Paese, puntando il dito contro l’Italia e citando uno studio dell’Istituto dei Tumori), è scattato l’allarme a causa di un focolaio di Coronavirus. Sono stati individuati diversi casi di Covid-19 tra il personale della zona cargo dell’aeroporto internazionale di Pudong. Per questo motivo è subito partito l’ordine di sottoporre a test di massa tutti i lavoratori. La città al momento è sotto osservazione.
Allarme focolaio a Shanghai
17mila addetti all’area cargo sono stati portati verso la zona di controllo, in un parcheggio sotterraneo e circa 200 voli sono stati dirottati. I casi di Covid-19 all’interno dell’aeroporto stanno facendo preoccupare e hanno fatto scattare immediatamente l’allarme in tutta la città. Dall’inizio di novembre, come riportato dalla Cnn, diversi membri del personale sono risultati positivi al Coronavirus e gli ultimi due casi si sono registrati nella giornata del domenica 22 novembre. La situazione appare ogni giorno più preoccupante, per questo le autorità cinesi hanno deciso di procedere con i test a tappeto nello scalo, in modo da contenere il cluster di nuove infezioni.
Sui social network sono circolate diverse immagini dell’aeroporto, con il personale sanitario in tuta protettiva impegnato a tenere sotto controllo tutte le persone in coda in attesa di effettuare il tampone. Come riportato dalla polizia cinese, dopo un po’ di tempo la situazione è tornata alla normalità e il personale dell’aeroporto si è calmato e si è messo in fila in modo ordinato e rispettoso. Tre comunità residenziali della zona vicina all’aeroporto di Pudong sono state immediatamente messe in lockdown. L’amministrazione di Shanghai sostiene che il tipo di Coronavirus rilevato nei contagi allo scalo è di tipo “nordamericano“.