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Tesoro inaspettato in Venezuela: la spiaggia restituisce gioielli

gioielli sulla spiaggia venezuela

Tesoro inaspettato in Venezuela: gioielli e gemme sulla spiaggia di Guaca, un piccolo villaggio di pescatori che nell'evento ci vedono un dono di Dio.

I poveri pescatori che hanno trovato questo tesoro inaspettato non credevano ai propri occhi in Venezuela. Una moltitudine di gioielli approda in spiaggia e fa ricca una tribù di poveri pescatori. È accaduto a Guaca, un villaggio costiero che affaccia sul meraviglioso tratto di mare caraibico che bagna il Venezuela e che ha restituito, sulla spiaggia, gioielli d’oro, d’argento, monete e gemme in perfetto stile pirata – non è stato un fatto episodico, ma ha avuto un esordio e repliche nel tempo. Tutto ebbe inizio qualche mese fa, come riporta il New York Times. Yolman Lares, abitante del villaggio, trovò un grosso medaglione d’oro con l’immagine della Madonna e, al di là dell’immenso valore del monile, ne trasse un auspicio fausto.

Venezuela, gioielli sulla spiaggia di Guaca

Lares è un 25enne che, come molti suoi coetanei delle zone più marginali di un paese in piena crisi socioeconomica come il Venezuela, viveva da anni al limite della povertà assoluta. «Ho cominciato a tremare. Ho urlato dalla gioia perché era la prima volta che mi accadeva qualcosa di speciale». Proprio quella chiave di lettura così “mistica” sembra aver da subito ammantato la vicenda del ritrovamento dei gioielli. Una chiave che vede mischiarsi diversi ingredienti come la pandemia, i guai politici ed economici del Venezuela che attende il vaccino contro il Covid la povertà atavica dei pescatori tagliati fuori dalle grandi rotte del progresso e la fede incrollabile che malgrado tutto li sostiene. Se un tesoro approda su una spiaggia in Venezuela, è dunque un dono divino.

Un dono di Dio, secondo i pescatori

Insomma, quel tesoro dei pirati è stato visto come un premio, un riconoscimento per le pene patite. E i ritrovamenti, cadenzati con i flussi delle maree che ogni tanto restituiscono qualcosa, non sono cessati, anzi. Argento e pepite hanno continuato ad emergere dai flutti di risacca e ad insabbiarsi davanti agli occhi degli abitanti di Guaca. Ciro Quijada ad esempio aveva trovato un grosso anello d’oro, tanto da attirare l’attenzione di alcuni studiosi. Proprio costoro pare abbiano sconfessato la tesi del “tesoro dei pirati”, collocando cronologicamente la fattura dei monili, di origine europea e fattura inglese o belga, a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo scorso. Ma che importa? Duemila anime hanno potuto approfittare per una volta di un destino benevolo e questa pare la storia perfetta per un Natale che sappia di riscatto.