Cleavon Gilman, medico dell’ospedale Yuma Regional Medical Center, in Arizona, lo scorso 22 novembre aveva denunciato su Twitter che i posti letto in terapia intensiva nello Stato fossero finiti. Il suo messaggio, in poche ore, aveva ottenuto migliaia di condivisioni, ma a tanto successo social non era corrisposto un eguale trattamento da parte del nosocomio nel quale prestava servizio. Gilman è stato infatti licenziato, dando il via ad un’intensa polemica. L’ospedale parla di malinteso, ma la tempistica del licenziamento fa pensare ad una vendetta da parte della struttura.
?NO ICU BEDS! When our rural Arizona hospital ICU is full, we medevac patients to different hospitals across the state, BUT NOT TONIGHT, because there were NO ACCEPTING HOSPITALS, so for an entire 12 hour shift we managed ICU patients, while treating other emergencies. 1/13
— Cleavon MD (@Cleavon_MD) November 23, 2020
La denuncia di un medico sulla terapia intensiva
Al fianco del medico licenziato per aver diffuso la notizia sulla terapia intensiva si è schierato anche il neo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha espresso solidarietà all’uomo affermando di essere al suo fianco. Gilman, veterano della guerra in Iraq, si era trasferito in Arizona da New York per combattere il covid-19. Poi il licenziamento: “Mi hanno detto che era a causa dei tweet e non potevo crederci, perché si trattava di informazioni accurate che ho pubblicato per informare i cittadini. È una grave ingiustizia e non sta accadendo solo a me. I medici di tutto il mondo hanno paura di parlare”.
A message from Yuma Regional Medical Center. pic.twitter.com/fHsVx2bguo
— YumaRegional (@YumaRegional) December 11, 2020
Diversa è la versione del nosocomio che al Washington Post ha affermato addirittura di non aver mai licenziato il medico, aggiungendo poi che lo stesso sarebbe tornato operativo durante il fine settimana. Un tentativo di far rientrare una brutta figura? Probabile, ma almeno il medico dovrebbe riavere presto il proprio lavoro.