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Pakistan: castrazione e pena di morte per gli stupratori

Pakistan

Punizioni più severe per tutti coloro che commettono dei reati sessuali in Pakistan.

Il Pakistan ha deciso di introdurre una legge sullo stupro che porterà alla creazione di tribunali speciali per processare i casi entro quattro mesi. Una decisione presa dopo le forti proteste per la violenza di gruppo ai danni di una donna che aveva esaurito il carburante nella sua auto.

Pakistan, pene per gli stupratori

Il decreto prevede che le cellule anti-stupro forniscano specifici esami medici entro sei ore dalla presentazione della denuncia e verrà creato un registro nazionale dei molestatori sessuali. “Ci aiuterà a rendere più efficienti i processi per abusi sessuali. I tribunali speciali in tutto il Paese ci saranno utili per smaltire i casi e per farlo il prima possibile col massimo risultato” ha scritto su Twitter il presidente Arif Alvi. Il Governo ha stabilito delle pene molto più severe per i reati sessuali, mosso dall’indignazione pubblica per alcuni casi che hanno attirato una forte attenzione mediatica. Era stata presa in considerazione la possibile introduzione dell’impiccagione pubblica, ma il primo ministro ha dichiarato che una decisione del genere avrebbe potuto costare al Pakistan lo status commerciale preferenziale con l’Unione Europea. Imran Khan ha, quindi, proposto la castrazione chimica.

Secondo il gruppo War Against Rape, con sede a Karachi, meno del 3% dei casi di stupro si trasforma in una condanna. L’ordinanza sarà valida per quattro mesi, in attesa dell’approvazione parlamentare. Il ministro della Giustizia ha spiegato che le pene includeranno la castrazione e la morte. Gli attivisti per i diritti delle donne sono favorevoli a questa legge, ma hanno chiesto un miglioramento della polizia e dei procedimenti giudiziari per garantire giustizia a tutte le vittime. Salman Sufi, che ha sostenuto la legislazione per proteggere le donne dalla violenza nella provincia del Punjab, ha spiegato che è un passo importante. Fauzia Viqar, una delle figure più importante nella lotta per i diritti delle donne, ha invitato il governo a garantire indagini e procedimenti giudiziarie, sottolineando che con un tasso di condanne così basse non puoi mandare un messaggio forte.