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540 animali uccisi da 16 cacciatori: "Tutto per divertimento"

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Le foto della strage, che è andata in scena sulle montagne di Azambuja, sono state pubblicate con orgoglio su Facebook

Oltre 500 animali tra cervi, daini e cinghiali, sono stati uccisi la scorsa settimana in Portogallo. La mattanza ha avuto luogo a seguito di una battuta di caccia cui hanno preso parte sedici cacciatori. Le foto della strage, che è andata in scena sulle montagne di Azambuja, sono state pubblicate con orgoglio su Facebook proprio da uno dei partecipanti alla caccia.

540 animali uccisi da 16 cacciatori

“Ce l’abbiamo fatta di nuovo! 540 animali con 16 cacciatori in Portogallo, un record per una super battuta”. Questo è stato il commento di uno dei partecipanti alla battuta di caccia. Sotto le sue parole spiccavano le terribili immagini delle centinaia di animali uccisi.

Il post su Facebook è stato in seguito eliminato dopo la pubblicazione. Questo perché, come è facile immaginare, ha causato, centinaia di reazioni di centinaia di utenti che hanno commentato e condiviso le immagini.

Non si è fatto attendere il comunicato del PAN, il quale ha condannato duramente il massacro: “Uccidere per gioia e per sport è disumano. Il PAN ha sostenuto una regolamentazione rigorosa per il settore della caccia a causa dei visibili impatti negativi sulla biodiversità, la protezione e il benessere degli animali, ma le nostre proposte sono state sistematicamente respinte. Nessuno sa esattamente quale sia lo stato di conservazione delle popolazioni di specie classificate come venatorie”, ha dichiarato il PAN.

E ancora: “Il PAN vuole sapere cosa abbia portato ad autorizzare la caccia su questo monte, in un’area di grande sensibilità ecologica, già al centro di polemiche, dove è prevista addirittura l’installazione di un impianto fotovoltaico di 775 ettari e il cui Studio di Impatto Ambientale (VIA) è in fase consultazione pubblica fino al 20 gennaio 2021. Interrogheremo le entità competenti, vale a dire l’ICNF e il governo in mattinata e chiederemo responsabilità“.