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Usa, Trump grazia 20 persone e minaccia il Congresso

Ex-presidente USA

Il presidente uscente Donald Trump continua la sua lotta contro l’amministrazione Biden concedendo la grazia a 20 persone e minacciando il Congresso.

Donald Trump persiste nella sua personale battaglia contro la nuova legislatura guidata dal neopresidente eletto Joe Biden. Nelle ultime ore, l’ex-presidente ha richiamato su di sé i riflettori della scena politica americana annunciando la grazia presidenziale per 20 persone e minacciando il Congresso di porre il veto circa l’imponente piano di stimolo da 900 miliardi di dollari, recentemente approvato dopo mesi di impasse.

USA, Donald Trump concede la grazia a 20 persone

La Casa Bianca ha rilasciato un elenco di 20 nomi stilato da Trump e ha comunicato la decisione del presidente uscente di concedere la grazia a 15 dei soggetti presenti sulla lista e la scelta di commutare la pena dei 5 rimanenti.

I nomi indicati da Donald Trump comprendo personaggi quali quattro guardie di Blackwater coinvolte nel massacro di alcuni civili iracheni; due persone indagate per lo scandalo relativo al Russiagate ossia George Papadopoulos, suo consigliere durante lo svolgimento della campagna elettorale colpevole, nel 2017, di aver dichiarato il falso all’FBI che si occupava delle indagini e Alex van Zwaan, cui erano state rivolte le medesime accuse di Papadoupoulos; tre ex-membri repubblicani del Congresso, Steve Stockman, Duncan Hunter e Chris Collins.

Il ricorso alla concessione della grazia presidenziale non è nuovo a Trump che, solo nei giorni scorsi, aveva già graziato Michael Flynn, suo ex-consigliere alla Sicurezza Nazionale. Per questo motivo, si prevede che ulteriori concessioni di grazia vengano emanate nel corso delle settimane che precedono l’insediamento ufficiale del presidente Joe Biden.

Trump attacca il Congresso e il piano di stimoli

L’espediente rappresentato dalla concessione della grazia non è l’unico strumento utilizzato da Donald Trump per esercitare pressione sul prossimo governo degli Stati Uniti d’America. Il repubblicano, infatti, si è scagliato contro il piano di stimoli da 900 miliardi di dollari, votato con successo dopo un lungo periodo di impasse. La richiesta di Trump riguarda l’abolizione dalla proposta di legge di tutti gli aiuti non strettamente connessi all’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Inoltre, l’ex-presidente vuole che l’importo attualmente previsto dagli assegni destinati ai cittadini americani venga innalzato da 600 a 2.000 dollari.

In relazione al piano di stimoli, Donald Trump ha postato un video politico della durata di circa quattro minuti sul suo account Twitter nel quale sostiene che «il piano di aiuti promosso è una vergogna». E, dopo aver esposto le modifiche che la prossima amministrazione dovrà necessariamente compiere sul provvedimento, ha aggiunto: «Forse quell’amministrazione sarà la mia». Con una simile affermazione, Trump riconferma la sua intenzione di continuare a lottare contro i presunti ‘brogli elettorali’ avvenuti nel corso delle elezioni presidenziali del 3 novembre e di non abbandonare la Casa Bianca.

Il video del repubblicano è stato commentato dai democratici tramite alcuni post di Nancy Pelosi, Speaker della Camera, e del presidente Joe Biden.

Nancy Pelosi ha twittato: «I democratici sono pronti a portare a 2.000 dollari gli aiuti agli americani».

Il neopresidente eletto Joe Biden, invece, ha definito il piano come «un primo passo, un anticipo», ribadendo la volontà della nuova amministrazione di impegnarsi per risollevare le sorti della nazione.

La battaglia legale contro i ‘brogli elettorali’ prosegue

Le iniziative promosse da Trump, tuttavia, non si limitano alla concessione della grazia o alle minacce di vedo nei confronti del Congresso. L’ex-presidente, infatti, continua a essere estremamente determinato a difendere il suo status di inquilino della Casa Bianca.

A questo proposito, Jenna Ellis, consulente legale del repubblicano, ha rilasciato un comunicato tramite il quale ha reso noto che i legali del presidente stanno procedendo nell’azione di contestazione relativa alla presunta regolarità delle ultime elezioni presidenziali.

Ellis, inoltre, ha rilasciato un’intervista durante la quale si è espressa in questi termini: «Il popolo americano merita di conoscere la verità e di veder portato alla luce tutto quel che è successo, perciò intendiamo portare avanti i nostri sforzi. Tutto questo non si concluderà affatto il 6 gennaio, perché quanto è accaduto non dovrebbe ripetersi mai e poi mai nella storia degli Stati Uniti».

La consulente, infine, ha avvertito i cittadini e i democratici che il presidente uscente continuerà a battersi legalmente per «proteggere l’integrità delle elezioni negli anni avvenire», anche dopo la scadenza della «data di ultima istanza» per confutare il risultato delle ultime elezioni americani, fissata dalla Corte Suprema per il 6 gennaio 2021.