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Uruguay, ambasciata italiana di Montevideo: morto l’italiano Luca Ventre

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La vicenda di Luca Ventre, italiano morto presso l’ambasciata italiana di Montevideo, potrebbe trasformarsi in un caso di omicidio preterintenzionale.

La morte di Luca Ventre, 35enne improvvisamente deceduto in Uruguay il 1° gennaio 2021, non sarebbe da attribuire a malore o a un incidente ma a un omicidio.

Uruguay, morto l’italiano Luca Ventre

Gran parte della vicenda relativa alla prematura scomparsa di Luca Ventre è impressa sui video di sicurezza registrati dal circuito di telecamere installate presso l’ambasciata italiana di Montevideo, capitale dell’Uruguay. Il 35enne italiano, infatti, si era recato presso la sede diplomatica nel tentativo di riuscire a parlare con un funzionario e ottenere il rimpatrio in Italia.

Sulla base di quanto mostrato dalle immagini riprese, l’uomo è entrato in ambasciata alle ore 7:07 del 1° gennaio, scavalcando uno dei cancelli che circondano l’edificio.

Luca Ventre stava affrontando un momento difficile della propria vita: aveva subito un incidente dal quale si stava gradualmente riprendendo e, talvolta, era solito assumere droghe. Proprio le sue condizioni lo spingevano a desiderare di tornare in patria il prima possibile e, per questo motivo, ha scelto di irrompere in un simile modo in ambasciata.

Una volta scavalcato il cancello, il 35enne è stato accolto da due vigilantes che gli hanno ordinato di stare fermo e di mettersi in ginocchio con le mani dietro la schiena. A quel punto, l’italiano è stato scaraventato contro il cemento e uno degli uomini gli ha avvolto il braccio intorno al collo, impedendogli qualsiasi movimento. Luca Ventre, secondo i video di sorveglianza, aveva un espressione sofferente ed è rimasto intrappolato in quella morsa fino alle 7:30 circa, fino a quando il suo corpo non ha smesso di divincolarsi, accasciato al suolo inerme.

La testimonianza fornita dalle telecamere di videosorveglianza

I vigilantes, intanto, hanno contattato la polizia e, pertanto, due agenti si sono recati sul posto intorno alle 7:45. I poliziotti hanno caricato il corpo privo di sensi del ragazzo italiano in auto e si sono diretti presso il complesso sanitario Hospital de Clinica, collocato a una distanza di 4 chilometri dall’ambasciata italiana. Il mezzo ha raggiunto l’ospedale alle 7:51: l’arrivo degli agenti e di Luca Ventre è stato filmato dalla telecamere di sicurezza del nosocomio uruguaiano.

Il 35enne è stato portato al pronto soccorso circa 15 minuti dopo l’arrivo presso l’Hospital de Clinica. In questo lasso di tempo, le telecamere hanno mostrato i poliziotti mentre dispongono su una sedia a rotelle il corpo esanime della vittima, completamente accasciato all’indietro e con la testa penzoloni su un lato. 

Varcato l’ingresso dell’ospedale, di Luca Ventre si sono perse le tracce poiché l’interno dell’edificio di Montevideo non è fornito di un sistema di videosorveglianza. Le testimonianze sinora rilasciate, tuttavia, attestano i ripetuti tentativi di rianimare il giovane mentre il decesso del 35enne è stato registrato alle 8:30, sui documenti ufficiali.

Il dolore dei famigliari e l’inchiesta per omicidio preterintenzionale

Sulla vicenda si è espresso Fabrizio Ventre, il fratello della vittima, che ha dichiarato: «Luca è stato ucciso dentro un’ambasciata italiana, il ministro degli Esteri Luigi di Maio non si è degnato di dire una parola, di telefonarci, di chiedere di fare piena luce. Siano stati letteralmente abbandonati dalle istituzioni».

Quanto affermato da Fabrizio Ventre circa la morte del 35enne italiano è ampiamente condiviso da parenti e amici, convinti che il ragazzo sia deceduto a causa della violenza attuata dai vigilantes nel cortile della sede diplomatica italiana di Montevideo e, pertanto, sia arrivato già morto in ospedale.

Il caso Ventre è stato affidato al pm Sergio Colaiocco, già magistrato titolare incaricato di seguire il caso Regeni, che potrebbe presto decidere di iscrivere i due uomini della sicurezza dell’ambasciata con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Allo stesso tempo, anche i magistrati uruguaiani anno aperto un’indagine per far luce sul drammatico accaduto.