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Zone rosso scuro: cosa sono e come potrebbero funzionare in Europa

zone rosso scuro

Con il nuovo sistema di classificazione ora al vaglio della Commissione Europea l'Italia potrebbe finire nella zona rosso scuro: ma cosa significa?

Sta prendendo forma l’ipotesi lanciata dalla Commissione Europea di varare un sistema di classificazione epidemiologica basato sui colori e simile a quello già in uso in Italia. Se dovesse essere effettivamente adottato, il nostro Paese rischierebbe però di finire (almeno in parte) all’interno di una delle zone rosso scuro previste dai progetti preliminari. Ma che cos’è una zona rosso scuro e come potrebbe aiutare nel contrasto alla diffusione del coronavirus?

Zone rosso scuro, come funzionano?

L’idea alla base di questa nuova classificazione a zone dell’Unione Europea è quella di impedire gli spostamenti non necessari tra diverse zone dell’Ue al fine di contrastare la diffusione del Covid o delle sue varianti recentemente emerse nel continente. Il principale nodo da sciogliere per la Commissione rimane tuttavia quello di riuscire a disincentivare gli spostamenti pur mantenendo il più possibile aperte le frontiere in un territorio di circa 400 milioni di abitanti. Al momento infatti, gli unici controlli di tipo sanitario sono quelli presenti negli aeroporti.

Da qui ecco la soluzione di una classificazione basata sulle zone di rischio epidemiologico, che potrebbero non coincidere con l’intero territorio di un Paese Ue ma soltanto con una sua parte ad alto tasso di contagio, che potrebbe pertanto essere meglio circoscritta evitando dunque la fuoriuscita di persone potenzialmente infette. L’idea della classificazione a colori è fortemente auspicata da Francia e Germania, anche se dagli altri Paesi europei non sembra al momento esserci ancora un punto d’incontro su quello che a tutti gli effetti diventerebbe un vero e proprio passaporto vaccinale.

Le ipotesi messe sul tavolo

Secondo le prime indiscrezioni trapelate infatti chi volesse uscire da una delle zone rosso scuro ad esempio, dovrebbe dimostrare la necessità inderogabile del suo spostamento oltre ovviamente la sua immunità al coronavirus. Per questo secondo aspetto l’ipotesi che si fa largo sarebbe quella implementare l’obbligo di mostrare un test negativo al momento della partenza e successivamente di osservare un breve periodo di quarantena una volta arrivati a destinazione.