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Covid, Oms: “In settimana raggiungeremo 100 milioni di casi”

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Ad un anno dalla diffusione del virus, è arrivato il tempo di fare nuovi bilanci. In settimana ci si aspetta di raggiungere i 100 milioni di casi.

Lo ha annunciato l’organizzazione mondiale della sanità nella sua consueta conferenza stampa a Ginevra. In questa settimana ciò che ci si aspetta è di raggiungere i 100 milioni di casi da quando il virus è stato segnalato ad oms nel 2020. Si tratta di un numero enorme se si pensa che al mondo siamo in circa 7 miliardi e che nei soli Stati Uniti i contagi al Coronavirus sono stati in tutto 25 milioni quindi un quarto di quelli che potrebbero essere i contagi totali raggiunti.

Anche il numero dei decessi totali dovrebbe fare riflettere. Basti pensare che in Brasile i decessi sono 216 mila, mentre tornando negli States si parla di un numero quasi doppio raggiungendo quota 417 mila. Oltre a ciò il direttore generale dell’oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha posto all’attenzione un altro problema da non sottovalutare, vale a dire il fatto che i vaccini non siano ancora disponibili in tutti i Paesi del mondo, così come ha puntualizzato su Twitter.

Oms: “In settimana 100 milioni di casi”

“Esattamente un anno fa, meno di 1.500 casi di Covid-19 erano stati notificati all’Oms, inclusi 23 casi appena fuori dalla Cina. Questa settimana ci aspettiamo di raggiungere i 100 milioni di casi”. Lo ha dichiarato il direttore generale di Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in occasione della conferenza stampa che si è tenuta a Ginevra. Su Twitter il direttore generale di oms ha fatto alcune riflessioni importanti mettendo in luce diversi problemi: “Ogni giorno che passa, si allarga il divario tra chi ha e chi non ha nel mondo. I vaccini ci stanno dando speranza, motivo per cui ogni vita che perdiamo ora è ancora più tragica. Dobbiamo prendere coraggio, avere speranza e agire”.

Il direttore generale di Oms sempre su Twitter ha parlato di come la campagna vaccinale debba essere condivisa ovunque per porre obiettivi a lungo termine. “Il nazionalismo vaccinale potrebbe servire a obiettivi politici a breve termine. Ma è nell’interesse economico di ogni nazione sostenere l’equità del vaccino a medio e lungo termine. Fino a quando non porremo fine alla pandemia ovunque, non la porremo fine da nessuna parte”.