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Anziana argentina salvata prima della cremazione: era ancora viva

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In Argentina una signora anziana è stata salvata dalla cremazione, dopo che l'ospedale l'aveva erroneamente dichiarata morta.

In Argentina un’anziana signora è stata salvata dalla cremazione, dopo che avrebbe mostrato segni di vita. Secondo gli esami clinici, l’89enne risultava deceduta per un arresto cardiorespiratorio, ma poco prima dell’incenerimento sul nastro trasportatore, per fortuna la figlia ha notato i flebili segnali di vita della madre. Ora la polizia ha aperto un’indagine sulla macabra vicenda.

Argentina, anziana salvata dalla cremazione

Un’anziana signora argentina dovrà ringraziare la figlia per averla salvata da una cremazione prematura. Una vicenda macabra quanto surreale accaduta lo scorso sabato 23 gennaio, quando la figlia ricoverò l’89enne in ospedale per dolori al petto.

In seguito i dottori riferirono alla figlia del decesso prematuro della madre per un arresto cardiorespiratorio. Gli stessi camici bianchi dell’ospedale rilasciarono il certificato di morte alla figlia che quindi contattò un’agenzia di pompe funebri per organizzare il funerale, con annessa cremazione.

E qui la situazione assunse tratti rocamboleschi. Verso la fine del rito per l’estremo saluto presso il crematorio locale, la figlia ha notato segni flebili di vita nella madre, e ha sollecitato il personale funebre a interrompere il nastro trasportatore.

Immediatamente alcuni dei presenti chiamarono un’ambulanza che l’hanno trasportata d’urgenza ancora nella stessa struttura in cui teoricamente i medici certificarono la sua morte. Al momento l’89enne si trova in terapia intensiva.

Indagini in corso

Alla luce di questo fatto, la polizia argentina ha deciso di aprire un’indagine a carico dell’azienda ospedaliera. La figlia infatti ha denunciato per negligenza i medici che qualche giorno prima avevano dichiarato la morte della madre, senza però prove certe della sua dipartita.

Ora la polizia sta svolgendo delle indagini accurate sulle cartelle cliniche redatte dai medici, per confermare l’accusa di negligenza nei confronti dell’equipe ospedaliero.