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Patrick Zaki, parlano i media egiziani: "Detenzione prorogata di 45 giorni"

patrick zaki

Le autorità egiziane avrebbero prorogato per altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki. Lo studente era stato arrestato il 7 febbraio del 2020.

Nella giornata del 1 febbraio i media egiziani – tra cui il quotidiano online Al-Shorouk – hanno pubblicato un’indiscrezione secondo cui le autorità locali avrebbero prorogato per altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki, studente dell’Università di Bologna incarcerato dal 7 febbraio del 2020. Proprio oggi si è infatti tenuta presso il tribunale de Il Cairo l’udienza che avrebbe dovuto decidere in merito al rinnovo della detenzione, anche se per il momento nulla sembra essere certo dato che l’esito finale dell’udienza lo si avrà soltanto martedì 2 febbraio.

Patrick Zaki, probabile proroga della detenzione

Nel frattempo gli attivisti dell’associazione Patrick Libero hanno dichiarato che gli avvocati dello studente non sono per ora stati informati di nulla, anche se la decisione della proroga dovrebbe essere quasi definitiva: “Continuiamo a sperare che queste notizie esasperanti non siano vere e che Patrick non resti più di un anno in detenzione. Domani scopriremo se i media hanno saputo della proroga prima degli avvocati”.

Uno degli avvocati del giovane, Hoda Nasrallah, ha infatti affermato: Al 99% è giusto. Ma come avvocato devo attendere la pubblicazione della decisione“, precisando inoltre di non avere al momento alcun documento che certifichi l’effettiva proroga della carcerazione. Nell’udienza precedente del 17 gennaio i giudici avevano deciso di prolungare la detenzione di ulteriori 15 giorni, considerando che in Egitto il regime di custodia cautelare può durare fino a due anni.

Come previsto dal programma di monitoraggio processuale dell’Unione Europea, all’udienza di oggi erano presenti diplomatici dell’Italia, degli Stati Uniti e della Danimarca. Si tratta di una procedura tecnicamente sospesa a causa dell’emergenza sanitaria ma che per il caso di Patrick Zaki viene portata avanti, anche su impulso dell’ambasciatore italiano a Il Cairo Giampaolo Cantini.