> > La Nuova Zelanda chiede ai turisti di non fare foto banali

La Nuova Zelanda chiede ai turisti di non fare foto banali

Foto Nuova Zelanda

La campagna mediatica per il rilancio del turismo in Nuova Zelanda passa anche per le foto e si invitano i turisti a "provare qualcosa di nuovo"

La Nuova Zelanda chiede ai turisti di non condividere sempre lo stesso tipo di foto e di provare “qualcosa di nuovo”. Sembra uno scherzo ma dietro c’è qualcosa di molto serio: il rilancio del settore turistico colpito dal Covid -19

Nuova Zelanda, no foto banali!

In questo strano anno, dove sembrano ovunque “saltati gli schemi” capita anche di imbattersi in un video – che fa parte di una campagna mediatica per il rilancio del turismo – in cui la Nuova Zelanda invita i turisti a smetterla di fare sempre le stesse foto.

In effetti, ammettiamolo, anche noi siamo stufi di vedere – di certo non solo in Nuova Zelanda – questo rituale della banalità al quale del resto abbiamo contribuito un po’ tutti, chi più chi meno.

Il video del Dipartimento del Turismo

Il Dipartimento del Turismo della Nuova Zelanda prova a darci un taglio, invitando i turisti a “provare qualcosa di nuovo“. In un video, il comico Tom Sainsbury interpreta un membro del SOS (Social Observatione Squad), con il compito di convincere i turisti (per il moneto neozelandesi a causa delle restrizioni sui viaggi per il Covid.19) a non fare sempre lo stesso tipo di foto.

Dalle braccia in cima a una montagna fino alle gambe in primo piano con lo sfondo del mare, il campionario social lo conosciamo tutti.

Non è uno scherzo

Il motivo? Decisamente meno scherzoso di quanto si pensi, Anzi, molto serio: il rilancio del turismo interno dopo le perdite causate dal Covid-19. L’invito a far conoscere tutte le sfaccettature del paese è solo una delle tante strategie messe in campo da una più generale campagna mediatica che ha l’obiettivo di sostenere il turismo della Nuova Zelanda, puntando anche al modello di contenimento del virus che ha dato i suoi frutti.

L’obiettivo non è solo quello di una ripresa del flusso di turismo interno precedente al covid ma anche di puntare a quella fetta cittadini che viaggiava all’estero. Catturare una parte di questa spesa a livello nazionale mentre i confini sono chiusi può infatti essere una scelta strategica fondamentale per il rilancio del settore.