> > Licenziati da Pfizer i dipendenti belgi che hanno prodotto il vaccino

Licenziati da Pfizer i dipendenti belgi che hanno prodotto il vaccino

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Pfizer manda a casa il 15% dei dipendenti belgi che hanno prodotto il vaccino: la furia dei sindacati, che parlano di "schiaffo" ai lavoratori.

Pfizer ha annunciato la sua delocalizzazione in Romania di parte delle sua attività, attualmente svolte nel centro di Zaventem. La conseguenza di questi cambiamenti sarà il licenziamento del 15% dei suoi dipendenti belgi. Gli stessi che hanno contribuito alla produzione del vaccino anti-Covid. Saranno mandati a casa trentotto lavoratori su duecentotrentotto. Infuriati, i sindacati parlano, soprattutto per la decisione improvvisa e inaspettata da parte della casa farmaceutica. Il segretario del sindacato belga ACV, Bart Deceukelier, ha rilasciato alcuni commenti riportati dal Fatto Quotidiano: “Negli ultimi mesi il personale è stato impegnato in turni di lavoro doppi rispetto al normale per consentire la produzione del vaccino contro il Covid. L’annuncio dei licenziamenti è uno schiaffo a questi dipendenti”.

Pfizer licenzia i suoi dipendenti belgi

Dopo l’annuncio della delocalizzazione in Romania di parte delle attività svolte in Belgio, l’azienda Pfizer ha deciso di ridurre il personale attivo nel centro di Zaventem. Bart Deceukelier ha commentato la decisione dell’azienda farmaceutica con questo ulteriore commento: “Pfizer è principalmente una macchina per profitti” citando le parole di una ex consulente, che ha definito Pfizer “una strategia finanziaria in forma di azienda”.

Le dichiarazioni di Daniela Rondinelli

Il sindacato ACV ha avvertito che “quello che oggi accade qui, domani potrebbe accadere in altri dipartimenti”. L’europarlamentare pentastellata Daniela Rondinelli ha rilasciato anche lei alcune dichiarazioni sulla vicenda, sempre riportate dal Fatto: “È una vergogna inaudita. Anche grazie ai fondi europei stanziati per la ricerca sul vaccino la multinazionale Pfizer si aspetta quest’anno un utile di 3,3 miliardi di euro”. E poi ancora: “L’intenzione di delocalizzare in Romania parte della propria attività belga trasferendola dove il lavoro costa meno, è l’ennesimo pugno in faccia all’Europa e a milioni di cittadini che chiedono giustizia sociale e non furberie”.