Violenti proteste sono in corso nel Myanmar: continua ad aumentare il bilancio dei morti dopo gli scontri con le forze di pubblica sicurezza. Nell’ex Birmania sono decine i morti ogni giorno, oltre trenta nella sola giornata di domenica 14 marzo a Yangon. Secondo le notizie diffuse dall’agenzia stampa Myanmar Now la situazione è veramente grave.
Myanmar, il colpo di Stato
Il golpe attuato dai militari sta provocando in varie zone del Paese episodi di cruenta violenza. Dal primo febbraio sono quotidiane le proteste contro la presa del governo con la forza da parte dell’esercito locale. Schraner Burgener, in qualità di inviata dell’Onu, ha parlato di “omicidi, maltrattamenti dei manifestanti e torture di prigionieri durante il fine settimana”.
Una suora in ginocchio di fronte alla polizia in tenuta anti-sommossa: è la foto diventata simbolo delle proteste che stanno travolgendo il Myanmar e che tra febbraio e marzo hanno raggiunto l’apice della violenza. La studentessa 20enne Mya Thwet Thwet Khine non ce l’ha fatta ed è una delle vittime degli ultimi giorni. Dopo una lunga agonia la giovane manifestante colpita in Birmania è morta nell’ospedale di Naypytaw.
Cosa sta accadendo
La giunta militare nel Myanmar ha introdotto la legge marziale in alcuni distretti di Yangon (Hlaing Tharyar e Shwepyitha), soprattutto inseguito agli assalti ad alcune fabbriche cinesi. Gli episodi di violenza sono violenti, nel frattempo la rappresentanza diplomatica ha formulato una richiesta direttamente alla giunta che guida il Paese. “Misure efficaci per fermare le violenze – si legge sull’Avvenire – punire i responsabili e garantire la sicurezza delle aziende e del personale cinese in Myanmar”.