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"Exodus": ancora in fuga

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Ridley Scott prende spunto dal libro dell'Esodo per mettere in scena la fuga dall'Egitto degli Ebrei. Tralasciando le imprecisioni storico-bibliche, poichè il regista perde il pelo ma non il vizio, difetto del film è la lentezza narrativa iniziale. La storia prende l'avvio con Mosé, interpretato ...

Ridley Scott prende spunto dal libro dell’Esodo per mettere in scena la fuga dall’Egitto degli Ebrei. Tralasciando le imprecisioni storico-bibliche, poichè il regista perde il pelo ma non il vizio, difetto del film è la lentezza narrativa iniziale. La storia prende l’avvio con Mosé, interpretato da Christian Bale e rappresentato come un condottiero capace ed equilibrato, a differenza del futuro faraone Ramses. Sentite delle voci riguardo alle sue presunte origini ebraiche, viene scacciato e lasciato a vagare nel deserto. Si imbatte per sua fortuna in una tribù, dove trova la sua sposa e con cui vive per nove anni. Da questo momento in poi, a partire dalla prima apparizione di Dio, il ritmo accelera e diventa più coinvolgente. Tornato in Egitto, infatti, cerca di convincere il faraone a concedere migliori condizioni di vita per il popolo ebraico: viene dichiarato fuorilegge e le condizioni degli schiavi peggiorano ulteriormente. Si susseguono dunque le piaghe, vendetta divina contro più di quattrocento anni di soprusi nei confronti del popolo eletto, e il famoso attraversamento del Mar Rosso.


Sebbene numerosi difetti, vi sono due aspetti molto interessanti di questo film da sottolineare. Il primo è sicuramente espresso dalla domanda di Ramses che, mentre tiene tra le braccia la piccola mummia di suo figlio, chiede come si possa adorare un Dio tanto crudele da uccidere i bambini. Di qui sorge una riflessione molto attuale su come un Dio possa permettere certe azioni e, anzi, addirittura appoggiarle. Non bisogna dimenticare, però, come in realtà di questi gesti vengano siano responsabili gli uomini, anche se si appellano alla fede. Il secondo è contenuto invece negli ultimi minuti, quando, dopo la tempesta che ha spazzato via l’esercito egiziano, un ragazzo chiede come faranno a raggiungere la Terra Promessa e, soprattutto, come verranno accolti dagli abitanti di Canaan. Essi, infatti, rappresentano un popolo colonizzatore e invasore, sono «numerosi più di qualsiasi tribù, una nazione di tribù»: nazione che ancora oggi sembra difficile delineare, quasi fosse ancora in esodo.