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Fa un'ordinazione online e scopre che il rider ha pedalato 50km: "Non lo farò più"

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L'ex consigliere regionale veneto Andrea Bassi ha dichiarato di non voler più ordinare online dopo aver sentito la storia di un rider

L’ex consigliere regionale veneto Andrea Bassi ha raccontato una particolare storia che gli è capitata dopo aver fatto un’ordinazione online presso un famoso Fast Food. Bassi ha spiegato di aver saputo dal rider che gli stava consegnando la cena che aveva dovuto fare 25 chilometri di bicicletta per raggiungere la sua casa e altrettanti gli sarebbero toccati al ritorno. 

Rider fa 50 km in bicicletta per un ordine: “Non userò più questo servizio”

Andrea Bassi ha raccontato l’accaduto sui social:

“Per questioni pratiche, ordino online presso una nota catena di fast-food optando (per la prima volta nella mia vita) di ricevere il tutto a casa. La catena però non effettua consegna diretta ma si avvale di altre realtà. Sono le 18.40 circa e la consegna stimata è dopo un’oretta, ma non ho alcuna fretta. Alle 20.50 il fattorino doveva ancora arrivare. Decido di chiamare la catena di fast-food per chiedere spiegazioni di un simile ritardo. Si sono ovviamente scusati, mi hanno spiegato che il problema non dipendeva dal loro personale e mi hanno però garantito che entro poco la cosa sarebbe stata risolta.”

L’ex consigliere regionale ha, poi, proseguito, spiegando le motivazioni del ritardo che lo hanno lasciato inorridito: 

Alle 21.10 circa, finalmente, l’applicazione inizia a segnalare l’avvicinamento (molto lento) del fattorino alla mia abitazione. Scendo bellicoso in strada pronto per chiedergli se fosse andato a farsi prima un giro sulla Luna, ma ad un tratto rimango di sasso, basito: il ragazzo (italianissimo) era a bordo di una bicicletta, tra l’altro parecchio carente sotto il profilo della sicurezza. Ho poi pure capito che era oberato di consegne e che ha dovuto attraversare praticamente l’intera città di Verona, per correre al fast-food, prendere la mia cacchio di cena, portarmela sotto casa e poi tornare nel capoluogo per chissà quale altro giro. Ovviamente l’inca**atura si è subito trasformata in pena e quasi angoscia che, se lo avessi avuto, gli avrei prestato pure un motorino.”

I motivi del ritardo e la decisione di Bassi

Intervistato per raccontare l’accaduto dal ‘Corriere del Veneto‘, Bassi è entrato magggiormente nei dettagli, spiegando di essere giunto ad una conclusione:

Ho anche chiesto al ragazzo se voleva salire a scaldarsi un po’ o a prendersi una mancia, ma mi ha risposto che non aveva tempo, che doveva correre via per altre consegne. Non voglio demonizzare il sistema. Ritengo solo che ci sia bisogno di una tutela maggiore e una adeguata la legislazione, anche se è altrettanto vero però che, pur con legislazioni carenti e/o insufficienti, nessuno vieta di mettere i rider in condizioni di lavoro migliore. Ho deciso che mai e poi mai più utilizzerò questo tipo di servizio. Non tanto per il rischio di ritardi o disguidi (che possono accadere, ci mancherebbe), ma soprattutto per non rischiare di avallare, seppur inconsapevolmente, un simile sistema che in queste condizioni rasenta lo schiavismo.”