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Facebook, Donald Trump e il tempo delle bufale colossali

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L’analisi delle ragioni della vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA 2016 passa anche per le accuse a Facebook. Tutta questione di bufale. In molti stanno concentrando la loro attenzione sul legame fra Facebook e la vittoria di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. La sezione notiz...

L’analisi delle ragioni della vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA 2016 passa anche per le accuse a Facebook. Tutta questione di bufale.

In molti stanno concentrando la loro attenzione sul legame fra Facebook e la vittoria di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. La sezione notizie del social sarebbe stata inondata di informazioni non vere riguardanti Hillary Clinton, con conseguente spinta in alto del candidato repubblicano. Questa la tesi sostenuta da diversi analisti e che ha costretto Menlo Park ad ammettere che “c’è ancora molto da fare per individuare la disinformazione” (parola di Adam Mosseri, responsabile della sezione News Feed di Facebook).

Terremoto in Italia, terremoto in Nepal

Di bufale si è parlato molto anche in Italia in occasione dei recenti terremoti. Si è passati dalla magnitudo ridotta ad arte per evitare allo Stato di pagare per intero i danni del sisma, all’indignazione diffusa dal post in cui si affermava che l’attuale capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio è un ex brigatista (in realtà il brigatista è Renato Curcio, e non uno qualunque, ma il fondatore delle Brigate Rosse).

Più in generale, di bufale si parla ogni volta che nel mondo accade qualcosa che sul pubblico ha un forte impatto emozionale. E’ successo ad esempio con il terremoto del 2015 in Nepal, quando si diffuse la foto di due bambini che si abbracciano. Migliaia di condivisioni sui social per una foto che l’autore stesso, Son Nguyen, ha confermato di avere scattato in Vietnam nel 2007.

I migranti e l’Isis

Non è stata risparmiata neppure la crisi dei migranti, quando, circa un anno fa, è stata diffusa una doppia foto: un profugo in un centro accoglienza da un lato e in divisa dell’Isis dall’altro, con tanto di didascalia che evidenziava come la persona in questione fosse passata dalla corte del Califfato al cuore dell’Europa in veste di rifugiato. Tutto falso anche in quel caso, e pubbliche scuse da parte dell’autore del post.

L’Isis stessa non è esente dalla bufale, visto che dopo l’attentato all’aereo russo sul Sinai, diffuse un video in cui il velivolo stava precipitando. Agli esperti è bastato vedere le riprese una volta: l’aereo russo era un Airbus A-321, che di certo non ha i motori dietro la coda, come invece li ha quello del video.

La più grande bufala della storia

E, del resto, le bufale esistono da sempre. Forse, la più famosa della storia è la Donazione di Costantino, un documento con la data del 30 marzo 315 in cui l’imperatore Costantino concedeva al papa la sovranità sull’Impero Romano Occidentale affermando la sua superiorità rispetto all’imperatore stesso. Si trattava di un falso creato ad arte, ma ci volle un filologo come Lorenzo Valla per dimostrarlo, nel 1440. Insomma: chi è competente, alle bufale non crede. Bisogna però aggiungere che già all’inizio del 1300 Dante Alighieri, nel De Monarchia, non dava alcun valore alla Donazione. Non sapeva fosse un falso, ma non ci credeva lo stesso.