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Famiglie italiane sono solide sul fronte finanziario

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Le famiglie italiane sono solide sul fronte finanziario e hanno un basso livello di rischio default nonostante una fase estremamente difficile del ciclo economico. Secondo quanto pubblicato nel 3° numero del ‘Report trimestrale – indicatori di indebitamento, vulnerabilita’ e patologia fina...

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Le famiglie italiane sono solide sul fronte finanziario e hanno un basso livello di rischio default nonostante una fase estremamente difficile del ciclo economico. Secondo quanto pubblicato nel 3° numero del ‘Report trimestrale – indicatori di indebitamento, vulnerabilita’ e patologia finanziaria delle famiglie italiane’, realizzato da Abi in collaborazione con il Ministero del Lavoro, i finanziamenti per la casa continuano a crescere in quanto favoriti, da un lato, dall’effetto di calmieramento dei prezzi degli immobili a seguito della crisi e, dall’altro, dal basso livello dei tassi d’interessi. A giugno i prestiti per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti del 4,7% (+9,5% a giugno dell’anno scorso), mentre i dati più recenti relativi a ottobre segnalano un incremento dell’8,3%. Le ultime notizie riguardanti il corrente mese di dicembre danno una proiezioni del +16%. Le famiglie sono mediamente in grado di acquistare un’abitazione al prezzo medio di mercato, l’indice di accessibilità è basato sull’idea che l’acquisto sia sostenibile quando la rata del mutuo non supera il 30% del reddito. L’anno scorso il 58% delle famiglie italiane, circa 15 milioni di nuclei, disponeva di un reddito sufficiente per sostenere i costi di un mutuo. L’indice di accessibilità, invece, risulta molto più basso e negativo a partire dal 2006 per le famiglie giovani e senza una casa di proprietà, in particolare nelle grandi città dove il relativo vantaggio di un maggior reddito disponibile viene contrastato dalle più alte quotazioni immobiliari. Nella fase più recente, comunque, sia il dato nazionale che quello relativo alle grandi macroaree geografiche ed alle famiglie giovani registrano un relativo miglioramento a cui contribuisce soprattutto il basso livello dei tassi di interesse. Gli indicatori di patologia finanziaria si mantengono sotto controllo, pur se continuano a mostrare una tendenza al rialzo. In termini dinamici è nel Centro-Nord che si segnala il peggioramento maggiore della qualità del credito, ciò sembra dovuto soprattutto alla tendenziale assunzione di maggiori rischi da parte delle famiglie di questa area del paese, tant’è che risultano in sofferenza soprattutto i finanziamenti di maggiore dimensione. Altre indicazioni interessanti che si traggono dall’analisi dell’indice di accessibilità all’abitazione (housing affordability index). Sono: – il combinato disposto di un elevato grado di possesso dell’abitazione di proprietà rispetto ad altri importanti paesi avanzati (intorno all’80% contro il 55% della Francia ed il 40% della Germania) e un valore dell’indice che per l’insieme delle famiglie resta positivo fa si che il problema si presenti, nella sua globalità, con caratteristiche non patologiche;
– si evidenzia un tendenziale peggioramento nel lungo periodo soprattutto per le famiglie più giovani che non hanno una casa di proprietà e per il complesso delle famiglie nei grandi agglomerati urbani dove il relativo vantaggio di un reddito disponibile più elevato viene più che contrastato dalle più alte quotazioni degli immobili;
– il progressivo peggioramento della situazione di lungo andare è imputabile soprattutto all’insoddisfacente andamento del reddito disponibile rispetto ai prezzi delle case, mentre la finanza non soltanto vi contribuisce marginalmente, ma in alcune fasi svolge un ruolo di controbilanciamento;
– da quanto detto si evince che servono risposte di policy in termini sia generali che di politiche specifiche.
Per quanto riguarda la politica economica generale, il tema della modesta crescita del reddito disponibile (in particolare da lavoro dipendente) è importante e richiede risposte che dovrebbero puntare però ad un recupero delle capacità competitive del sistema Paese e non certo a meri incrementi salariali che sganciati da aumenti di produttività sarebbero effimeri. Per quanto attiene alle politiche mirate, esse dovrebbero includere da un lato interventi volti a sostenere soprattutto le famiglie giovani e senza casa di proprietà, cioè la tipologia di famiglia che risulta al presente più penalizzata e dall’altro politiche d’investimenti nell’edilizia agevolata e misure che possano facilitare l’accesso al credito mediante la costituzione di fondi di garanzia.