> > FdI: "Inserire l’italiano in Costituzione come lingua ufficiale"

FdI: "Inserire l’italiano in Costituzione come lingua ufficiale"

FdI propone di inserire l’italiano in Costituzione come lingua ufficiale

FdI propone di inserire l’italiano in Costituzione come lingua ufficiale e con esso Tricolore e Canto degli Italiani, il tutto bandendo gli anglicismi

Fratelli d’Italia e… di Dante, con l’italiano da inserire in Costituzione come lingua ufficiale. Prende abbrivio dal Dantedì l’ultima proposta del partito di Giorgia Meloni fresco di lusinghieri sondaggi: limitare l’uso di termini stranieri anche negli atti ufficiali. Un’apposita conferenza stampa ha illustrato gli obiettivi, ad indirizzare il tema ci ha pensato Federico Mollicone. “Dobbiamo ricordarci che è importante difendere la nostra lingua. Presenterò una risoluzione affinché nel contratto di servizio della Rai si rispetti la nostra lingua, nei format tv e nei telegiornali”. A illustrare la proposta di legge invece è stato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.

Rampelli, FdI e l’italiano in Costituzione

Che ha detto: “Ci risulta incomprensibile il fatto che la Costituzione italiana ad oggi non abbia previsto la tutela della lingua italiana, dichiarandola lingua della Repubblica. La proposta di legge costituzionale di FdI si compone di due articoli, aggiungendo che la lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica”.

Meloni: quarti al mondo

E il parere della leader Giorgia Meloni è a metà fra statistica ed amor patrio. “L’italiano è il quarto idioma più studiato al mondo ma che l’Italia non ha ancora riconosciuto come lingua ufficiale della Repubblica Italiana. FdI ha presentato una proposta di legge costituzionale perché venga riconosciuta. Poi ha presentato una mozione per chiedere l’utilizzo esclusivo della nostra lingua negli atti del Parlamento, della pubblica amministrazione e degli enti locali”.

L’endorsement a Mario Draghi

Su un tema accessorio è poi tornato Rampelli: “Chiediamo che la lingua italiana sia l’unica ad essere utilizzata anche negli atti parlamentari e governativi. In questo senso il presidente Mario Draghi ci lascia ben sperare, visto che di recente ha criticato l’eccessivo uso di termini stranieri nei documenti ufficiali italiani. Si tratta di un buco, anzi una voragine che sembra incredibile. Forse ce ne siamo accorti soltanto noi, ma questa dichiarazione in Costituzione non c’è e invece ci deve stare”. Il tutto sottolineando che sarebbe un atto dovuto e a costo zero. “La proposta di legge non ha costi e viene messa gratuitamente a disposizione del governo e del Parlamento: attendiamo dalla maggioranza un segnale di attenzione”.

Quale sarebbe la modifica effettiva

Ma nel concreto quale sarebbe la modifica da fare? Il primo articolo della proposta di legge modifica l’articolo 6 della Costituzione. Lo fa aggiungendo la frase “la lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica”, senza pregiudicare le minoranze linguistiche e “le lingue locali. Cioè i dialetti italiani che sono meravigliosi e spesso hanno parole intraducibili nella lingua italiana. E che dunque sono degni di essere conservati e difesi da una omologazione che non ci renderebbe onore”.

La questione del Tricolore

Ma c’è altro. Una proposta due è per la modifica dell’articolo 2, inserendo nella Costituzione “il tricolore verde, bianco, rosso, a tre bande verticali di uguali dimensioni”. Una proposta che verrebbe dopo l’approvazione di una legge ordinaria. Quella che inserirebbe il tricolore in Costituzione, “così come il ‘Canto degli Italiani’ come inno nazionale, anche questo non previsto, che rientra anch’esso nella nostra proposta di legge di modifica costituzionale”. Rampelli è un fiume e passa alla proposta tre. Si tratterebbe di una legge ordinaria contro gli anglicismi per “tutelare la lingua italiana nel solco di quanto avvenuto con una legge francese”.

Anglicismi al bando

Nelle pubblicazioni istituzionali, nelle pubblicità, nei luoghi di lavoro, nei contratti, nei servizi, nell’insegnamento nelle scuole statali. Rampelli spiega: “Secondo le ultime stime, dal 2000 a oggi, abbiamo un numero di parole inglesi confluite nella lingua scritta. Numero aumentato del 773% con circa 9.000 anglicismi attualmente presenti nel Dizionario Treccani su circa 800.000 termini”. Si attende l’ok, pardon, il via libera del governo.