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Federer: Ricordo più le sconfitte!

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Poche e di seconda schiera le teste di serie sconfitte nella prima giornata dell’open d’Australia. E cioè Davydenko (23) battuto da Florian Mayer al quinto e Querrey (18) sconfitto 8-6 sempre al quinto da Kubot fra gli uomini. La Hantuchova (28) eliminata dalla russa Kulikova fra le donne e la ...

Poche e di seconda schiera le teste di serie sconfitte nella prima giornata dell’open d’Australia. E cioè Davydenko (23) battuto da Florian Mayer al quinto e Querrey (18) sconfitto 8-6 sempre al quinto da Kubot fra gli uomini. La Hantuchova (28) eliminata dalla russa Kulikova fra le donne e la Rezai n.17 k.o. 6-0,3-6,7-5 con la Zahlavova Strycova, famosa soprattutto per decine di migliaia di click registrati su You Tube mentre insultava pesantemente e volgarmente il proprio marito-coach con i microfoni aperti della Wta…non avesse parlato in ceco sarebbe stato uno scandalo internazionale.

Se Monfils (12) ha rimontato due set di handicap e da 2-5 nel terzo all’olandese De Bakker (meno che il francese diceva di non stare bene) e Fish ha fatto altrettanto con il rumeno Hanescu… se infine il bilancio italiano registra sei prevedibili sconfitte in otto incontri e due vittorie secondo pronostico e ranking, questo non vuol dire che non si sia visto nulla di interessante.

Intanto si è visto un grandissimo Federer e una Henin in notevole difficoltà con la rediviva Mirza, riemersa brillantemente dalle qualificazioni e per un set e mezzo in grado di far paura alla belga. Poi va registrato il primo successo in un torneo dello Slam del giovane talento bulgaro Dimitrov che si allena a Parigi nell’Accademia di Patrick Mouratoglou (la stessa da cui sono usciti Baghdatis, Cilic, la Cirstea, la Wickmayer): ha battuto il kazako di casa nostra (Albinea) Golubev.

A intervistare Dimitrov a fine match si è mosso Christopher Clarey del New York Times _ che non ha mancato di lasciare un suo bigliettino da visita al giovane talento…non fosse mai che diventasse un n.1 _ Tom Tebbutt del Globe&Mail, e pochi altri giornalisti…ma di rango.

Dimitrov, che compierà i 20 anni il 16 maggio _ stesso giorno di nascita di Gabriela Sabatini (non c’entra nulla…ma visto che me lo ricordo…), è probabilmente il più forte teenager del mondo a prescindere dalla sua attuale classifica (105): tre challengers vinti lo scorso anno e un balzo da da 245 a 136. Ha già battuto gente di livello, Llodra e Berdych, anche se un po’ pazzerelli come lui…carattere volatile che lo scorso anno in Finlandia ne ha combinate di tutti i colori ed è stato fortunato che non l’hanno squalificato. “Un errore che non ripeterò” ha garantito il ragazzo di Haskovo, 300 km a sud da Sofia, che ha l’aria del ragazzo molto ma molto sveglio. Forse perfino troppo. Gli ho chiesto di Enev, altro bulgaro che sembrava dottissimo e in grado di fare sfracelli quando dominava da junior e Dimitrov ha risposto: “E’ importante anche imparare dalle esperienze altrui. Todor gioca con me in Davis ma non lo conosco troppo bene. Su lei c’erano grandi aspettative…mi accorgo che ci sono anche su di me, ma bisogna imparare a gestirle. Vorrei diventare n.1 del mondo, l’ho detto e ci proverò. Solo se ci si crede ci si può arrivare. Un calciatore bulgaro, Berbatov, gioca nel Manchester United ed è considerato tra gli attaccanti più bravi del mondo, io voglio diventare famoso per il mio tennis”.

Stiamo parlando di calcio, gli chiedo di Stoichkov, Grigor alza le braccia al cielo e dice: “Lui è ancora oggi un re da noi!”. _ E le Maleeva? “Regine!”. Il ragazzo ha i riflessi e la risposta pronta.

Sa che al prossimo turno ha un avversario tosto, lo svizzero Wawrinka, n.19 del mondo e del seeding (non manca nessuno qui): “Il suo allenatore è Peter Lundgren, certo saprà dirgli come giocare contro di me. E’ stato il mio allenatore per un anno…cercherò, nel guardarlo, che non mi scappi da ridere! Ultimamente mi è capitato di allenarmi spesso con buoni giocatori e ti accorgi della differenza tra loro e gli altri: se riesci a palleggiare con loro e vincere dei set in allenamento significa che il livello che ho raggiunto è discreto. Bisogna solo mettere in pratica in gara quel che si è appreso: essersi allenati con Nadal, diverse volte (con Federer una sola…), con Hewitt, Melzer, Gulbis secondo me mi ha già fatto fare grandi progressi”.

Sulla cresta dell’onda dacchè aveva 14 anni, dopo i campionati europei vinti (che una volta furono vinti dal compianto Federico Luzzi), Dimitrov è accompagnato ovunque da coach, sponsor, manager. E’ già una mini-star senza aver vinto nulla di serio. Ma nei tre match di qualificazione ha impressionato e potrebbe cominciare a vincere cose importanti da un momento all’altro, per questo gli stanno tutti con gli occhi addosso. Anche di Federer si parlava benissimo sin da quando aveva 15 anni. Poi ci ha messo un po’ a “esplodere”, ma quando c’è riuscito…

A proposito di Roger difficile giocare meglio di come ha saputo fare al primo turno. Vabbè, il povero Lacko _ che non è n.99 del mondo per caso anche se aveva inflitto un inedito 6-0 in Doha a quello stesso Nadal dal quale lo scorso anno al secondo turno qui a Melbourne aveva perso con il classico “periodico” di tommasiana memoria 6-2,6-2,6-2) _ non aveva le armi per potersi opporre allo svizzero, ma Federer non ha solo vinto il match a distanza con Nadal (6-1,6-1,6-3: ha perso cioè un game in meno) ma ha fatto vedere puri lampi di classe.

“Non dico che sia semplice giocare con Nadal, ma contro Federer è davvero un’altra cosa _ ha spiegato Lacko _ non sai mai che colpo giocherà, varia di continuo, sia i tagli sia le velocità. Era la prima volta che ci giocavo contro, ho sentito troppo rispetto per lui nei primi due set…ed ero certo ancor prima di scendere in campo contro di lui che mi sarebbe stato tanto utile averci giocato già almeno un’altra volta. Anche con Nadal la seconda volta è stato tutto molto meno…imbarazzante. Però è vero che con Federer le sorprese sono dietro ogni colpo, non sai mai che tipo di palla ti arriverà. Eppure ormai ho giocato con quasi tutti i migliori…e l’avevo visto tate volte in tv. Eppure mi ha sorpreso lo stesso.”

Non aveva sorpreso Roger quando l’altro giorno aveva dato Rafa Nadal come primo favorito del torneo: “Ha vinto gli ultimi 3 Slam”. In questo gioco al rimpallo delle responsabilità fuori dal campo i due leader del tennis mondiale non sono secondi al loro rendimento sul campo. Rafa ha replicato: “Roger qui ha vinto 4 volte, è il campione in carica…piuttosto non mi pare probabile che sia lui sia io possiamo continuare a vincere come abbiamo fatto negli ultimi anni”.

A Federer hanno chiesto a lungo di Gilles Simon, uno dei pochissimi giocatori ad aver un bilancio favorevole contro lo svizzero: 2-0. L’hanno fatto prima che Simon perdesse il primo set e poi vincesse in 4 sul cinese di Taipei Lu che aveva già battuto la settimana scorsa nel torneo poi vinto dallo stesso Simon.

Un collega svizzero gli ha chiesto se potesse considerarlo una sua bestia nera: “Se ho perso solo due volte da un giocatore…questo non può dirsi una bestia nera. Una volta al Masters, oltretutto e senza volergli togliere nulla, ero reduce da un infortunio alla schiena…Ma giocava molto bene, finale a Madrid, dove battèr Rafa, insomma è uno che ha battuto i migliori del mondo. E’ un secondo turno insidioso (tricky) per me”. Poi Roger, dopo una risposta sul suo vecchio allenatore Tony Roche (vedi l’intervista) sollecitato da un australiano, ha dimostrato di ricordare bene tutto quel che era successo nell’altro match con Simon. A tal punto che mi è venuto naturale chiedergli: _Ti ricordi più facilmente le sconfitte che le vittorie?

E lui: “Abitualmente ricordo un po’ di più le sconfitte …perché non sono tante come le vittorie (e ride strappando un sorriso a tutti)! E’ un buon-cattivo segno, perchè comincio a dimenticare le vittorie …(altra risata): Le sconfitte me le ricordo più facilmente perché non ne subisco tante, come dicevo prima. Quindi posso dirvi più facilmente cosa è successo in quelle partite. Anche perchè quando perdi parti e cerchi di analizzare il match perduto e pensi a cosa avresti potuto fare di meglio per evitare di subire quella sconfitta. E magari ti resta impresso per un po’. Ecco perché ricordo i due match con Simon piuttosto nitidamente, per essere onesto”.
Accennavo prima a Justine Henin. Parlando di sorprese che non ci sono state, beh, ma che a un certo punto potevano arrivare. Sania Mirza, l’indianina che aveva fatto tanto parlare di sé per essere la prima musulmana che faceva certi risultati e che era finita nel mirino degli integralisti per le sue mises ritenute troppo audaci (in realtà normalissime per noi occidentali), sembrava finita per il tennis. Si era anche sposata con un tizio forse già sposato (a sua insaputa, di lui e di lei…), ma qui si è ripresentata in ottima forma. Per un set e mezzo ha fatto soffrire Justine che non mi è parsa ancora lei. Se all’indianina fosse riuscito il contro break sul 3-4 _ ha avuto più d’una occasione _ non so come sarebbe finita. Anche se in quelle situazioni sono sempre i campioni, le campionesse, che sanno tirarsene fuori.
“Sono contenta di aver vinto questa partita e anche che sia stata una lotta…Mi serviva proprio fare un’esperienza così. Il gomito non mi ha fatto male e questa è un’altra bella notizia”

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