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Felicità e acqua, un legame fondamentale. Lo dice un libro

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La felicità abita sempre vicino all'acqua. Lo dice un libro che illustra in che modo la nostra felicità dipenda dalla presenza di questo elemento. Se cercate la felicità dovete andare a vivere il più vicino possibile all’acqua. A dirlo, questa volta, è un libro dal titolo lunghissimo, che in...

La felicità abita sempre vicino all’acqua. Lo dice un libro che illustra in che modo la nostra felicità dipenda dalla presenza di questo elemento.

Se cercate la felicità dovete andare a vivere il più vicino possibile all’acqua. A dirlo, questa volta, è un libro dal titolo lunghissimo, che in inglese fa “The Surprising Science That Shows How Being Near, In , On, Or Under Water Can Make You Happier, Healthier, More Connected, And Better At What You Do” e che, in italiano, suona più o meno come “La scienza sorprendente che mostra come stare vicino, sopra, dentro o sotto l’acqua possa rendere più felici, più sani, più connessi e migliori in ciò che si fa”.

Un libro su felicità e acqua

L’autore, Wallace J. Nichols, racconta di come da una ricerca scientifica durata più di dieci anni sia emerso che è proprio dall’acqua che dipendono le sostanze come la dopamina, quelle che governano il nostro stato di benessere. Del legame fra acqua e uomo la storia racconta molto, a cominciare dal fatto che la gran parte delle città più importanti del mondo sono costruite nei pressi di un fiume, ad esempio. Il libro di Nichols, però, tenta di andare oltre, individuando con precisione in che modo e perché stare vicini all’acqua possa farci sentire più felici.

I cinque benefici dell’acqua

Secondo Nichols, stare vicini all’acqua aiuta la nostra felicità in cinque fondamentali modi. In primo luogo, è una questione di colore: il blu trasmette un senso di sollievo, come se fosse in grado di scatenare una magia che ci allontana dai grattacapi terreni. Poi c’è il paesaggio: secondo uno studio, infatti, ci è sufficiente osservare un paesaggio marittimo per sentirci in pace con noi stessi. Questione di istinto, dice Nichols, di qualcosa che riesce a spingerci in un contesto stabile e distaccato. Il terzo modo ha invece a che fare con il cervello, perché, stando a quanto pubblicato su Environmental Psychology, ciò che gli studenti vedono dalle finestre delle loro stanze è importantissimo e, nel caso in cui le vedute comprendano il mare o paesaggi lacustri, il rendimento dei ragazzi è risultato migliore. Da non dimenticare, se si parla di cervello, anche un effetto, per così dire, ambientale. Dall’analisi di un ampio campione statistico (quasi un milione di persone), è risultato che, in media, si dichiara più felice chi può stare più tempo all’aria aperta e, in particolare, vicino al mare o a corsi d’acqua o laghi. Da ultimo, c’è l’effetto che l’acqua riesce ad avere sul nostro subconscio. Essendo infatti gli esseri umani costituiti per tre quarti di acqua, la vicinanza a questo elemento ci fa sentire “a casa”, in piena armonia con ciò che ci circonda.