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Ferrara: nigeriano aggredito a colpi di machete. In coma

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In coma farmacologico il nigeriano aggredito a Ferrara. Si pensa ad un regolamento di conti legato alle piazze dello spaccio della città

Un ragazzo nigeriano é finito in rianimazione a seguito delle ferite riportate durante un’aggressione avvenuta a Ferrara, in via Orboni, nel pomeriggio di lunedì 30 luglio 2018. Il giovane, riportano i sanitari del 118, è stato colpito alla testa con un machete e percosso ripetutamente con bastoni e bottiglie. I carnefici sono suoi connazionali e si pensa che l’aggressione sia legata al fenomeno della mafia nigeriana.

Gravi le sue condizioni

Nuovo episodio di violenza nei confronti di un “richiedente asilo” ma, almeno per questa volta, nulla a che vedere con il filo nero dei più recenti recenti fatti di cronaca. Il giovane, di cui per ora non si hanno altri dati fatta salva la sua provenienza geografica, la Nigeria appunto, è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cona, dove i medici lo tengono tuttora in coma farmacologico.

I paramedici lo hanno ritrovato in un lago di sangue in via Orboni, il teatro della violentissima aggressione. Secondo quanto è stato ricostruito il ragazzo sarebbe stato in un promo momento colpito alla testa con un machete, pare da due o più persone, poi è stato rincorso lungo la via da altri immigrati e picchiato con bottiglie e bastoni. Tutti gli aggressori coinvolti sarebbero stranieri.

Un regolamento di conti

Tutte le piste conducono ad un regolamento di conti in cui sarebbe implicato un fenomeno che ha cambiato il volto della città di Ferrara, quello della mafia nigeriana. Gli inquirenti seguono la pista dell’organizzazione criminale in quanto non si tratterebbe di un episodio isolato. Nella stessa giornata sono stati altri due gli episodi di violenza successivamente ricondotti alla mafia nigeriana, che a Ferrara ha ormai conquistato le principali piazze dello spaccio.

Le vittime coinvolte, due nigeriani, sono stati aggrediti tra le 22 e le 23 di lunedì 30 luglio. Il primo è stato colpito da un fendente in corso Giovecca, l’altro, più fortunato, è riuscito a trovare riparo all’interno di un locale in via Bologna,in cui si trovava quando una banda, armata di coltelli, lo ha raggiunto con evidenti fini criminosi.

Il lato oscuro di Ferrara

Il fenomeno delle organizzazioni criminali di origine africana non è affatto alieno alla città di Ferrara. Nel febbraio 2018 L’Espresso pubblicava un lungo reportage sulla decadenza della città emiliana. Da città fiorente, nel giro di qualche anno, complice la crisi economica e la concorrenza dei grandi centri commerciali, ha assistito ad un’esodo dei piccoli commercianti e al fallimento di storiche attività locali. Come l’Hotel de la Ville, sotto i cui portici, su cui un tempo si affacciavano le vetrine dell’albergo ,ormai si può trovare ogni tipo di sostanza stupefacente. Gli spacciatori del quartiere sono ormai un’istituzione e, duole dirlo, sono tutti nigeriani.

Proseguendo l’amaro reportage si viene a scoprire come l’intera città sia in mano alla mafia nigeriana, la cui principale attività remunerativa è appunto lo spaccio: piazzale della Castellina, via Sauro, il parco di piazza Toti e poi via Cassoli, la strada che porta i turisti verso il Castello Estense e i tifosi allo stadio della Spal. Tutto in mano alle organizzazioni criminali.

La rabbia dei ferraresi

Non stupisce che la cittadinanza sia ormai esasperata dalla situazione di degrado che colpisce larga parte dei quartieri ferraresi, e non stupisce neppure che la destra peschi vaste sacche di consenso tra il malcontento di quanti il fenomeno dell’immigrazione lo vivono e lo vedono con i propri occhi. Poco importa che la mafia nigeriana sia foraggiata dalla criminalità italiana che pure la rifornisce o che il recente tasso di tossicodipendenza riguardi giovani sempre più giovani e sia ormai un dramma diffuso. Perché la propaganda elettorale non parla di questi fenomeni sommersi.

Il tweet di Salvini

Sotto l’occhio del ciclone, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non ha perso occasione per intervenire sull’accaduto. Fresco delle accuse di quanti lo considerano un sobillatore del sentimento d’intolleranza diffusa degli italiani nei confronti della questione migranti, ha esordito con un tweet. “Secondo la sinistra siamo troppo duri” si legge sull’account del ministro leghista. Il regolamento di conti tra connazionali (nigeriani), sostiene Salvini, non farebbe altro che avvallare la necessità, tanto sostenuta dal suo partito, del discusso #DecretoSicurezza. Una proposta di legge che rimedierebbe, sempre nelle parole del ministro, alla leggerezza di alcune pene attuali. Una legge uguale per tutti, le cui motivazioni niente hanno a che vedere con le origini di vittime e aggressori. Ovviamente.