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Ferro (Ice): defiscalizzare ricavi extra Ue per rilanciare export

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Roma, 2 ago (askanews) - Defiscalizzare i ricavi extra-Ue per spingere la ripresa e l'internazionalizzazione delle imprese italiane: è questa la proposta del presidente dell'Ice Carlo Ferro che punta su una strategia semplice e chiara per invogliare le imprese a scegliere sempre di più di esport...

Roma, 2 ago (askanews) – Defiscalizzare i ricavi extra-Ue per spingere la ripresa e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: è questa la proposta del presidente dell’Ice Carlo Ferro che punta su una strategia semplice e chiara per invogliare le imprese a scegliere sempre di più di esportare anche verso i nuovi mercati.

“Perché questo pensiero, perché abbiamo evidenziato nel Rapporto commercio estero le opportunità ma voluto contemperare questo ottimismo con la consapevolezza che ci sono sfide importanti da affrontare per le imprese nei mercati esteri post pandemia: sono quelle dell’evoluzione della domanda verso geografie meno familiari per l’export italiano. Tra i Paesi emergenti e quelli di maggiore crescita della domanda attesa, l’8,9% nel commercio mondiale per quest’anno, i Paesi dove la domanda cresce di più sono quelli dove la quota di export italiano è circa dell’1% rispetto alla quota di mercato media nel commercio mondiale del 2,9%. C’è una sfida di mercato e c’è una sfida di preferenze e scelte, valori dei consumatori che è quella di sostenibilità, di nuovi strumenti e nuovi canali come il digitale su cui l’Ice ha messo in campo otto azioni delle 15 nuove azioni per supportare le imprese”.

E oltre al digitale, dove Ice ha investito con 28 marketplace internazionali su cui stanno sbarcando 7.000 pmi, la piattaforma Fiera Smart 365 per la digitalizzazione del sistema fieristico e per incontri b2b tra imprese da remoto, l’utilizzo della tecnologia blockchain per la tracciabilità del prodotto, la formazione di digital export manager, si aggiungono la nuova piattaforma export.gov.it come unico punto di ingresso per le imprese, la piattaforma Made in Italy e le azioni per facilitare la fruibilità dei servizi da parte del maggior numero possibile di pmi.

“Abbiamo pensato se le imprese fossero gravate da un’imposta Ires o Irpref meno importante in funzione di quanto esportano al di fuori dei mercati europei avrebbero un incentivo a investire su questi mercati. Poiché dalla mia esperienza di avere un po’ gestito queste cose in azienda ho chiaro che queste regole funzionano se sono semplici e se sono facilmente constatabili e verificabili, credo che un meccanismo semplice possa essere di dire che un’impresa che ha il 40% del proprio fatturato generato da esportazioni fuori dall’Unione europea possa essere nel suo reddito complessivo tassato al 60% al pieno dell’aliquota Ires, e per il 40% a un’aliquota Ires ridotta, questo comporterebbe nel complesso un vantaggio per le imprese a investire sui mercati esteri”.