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Festival di Cannes, Zelensky: "Serve un nuovo Chaplin. Il cinema starà zitto o parlerà?"

Cannes Zelensky

Il Festival del cinema di Cannes si è aperto nel segno della guerra in Ucraina. Zelensky è intervenuto in collegamento tra lo stupore generale.

Dalla musica al cinema il passo è breve e così il presidente dell’Ucraina Zelensky dopo aver invitato gli europei a votare la Kalush Orchestra all’Eurovision Song Contest è intervenuto anche alla cerimonia di apertura del Festival di Cannes.

Il capo di Stato ucraino che si è rivolto al mondo del cinema internazionale ha parlato delle sofferenze del suo popolo, questa volta utilizzando citazioni e immagini di film celebri, ma non solo: “Il cinema resterà in silenzio o racconterà quanto sta accadendo?”, ha chiesto. La presenza di Zelensky in collegamento è stata del tutto inaspettata ed è arrivata poco prima Julianne Moore potesse dare il via a questa nuova edizione del Festival.

Cannes, il presidente ucraino Zelensky interviene nella cerimonia di apertura

Il punto di partenza della lunga riflessione di Zelensky è stato proprio Charlie Chaplin. Ciò naturalmente non è un caso. Chaplin diresse nel 1940 “Il grande dittatore”, capolavoro senza tempo del quale ha anche fatto delle citazioni: “L’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno. Siamo in guerra per la libertà”. Ha quindi aggiunto: “Serve un nuovo Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto. Noi continueremo a lottare, perché non abbiamo altra scelta e sono convinto che il dittatore perderà. Ma il cinema starà zitto o parlerà? Il cinema può stare fuori da questo?”.

Zelensky: “C’è una guerra per la libertà”

Zelensky ha poi proseguito la sua lunga rlflessione dichiarando: “Avremmo pensato che tutti ormai avessero capito che si possono conquistare le persone attraverso la bellezza avvicinandole di fronte a uno schermo e non con la bruttezza, ammassandole nei rifugi aerei. Avresti pensato che tutti avessero capito che l’orrore su vasta scala della guerra che può travolgere l’intero continente non avrebbe avuto seguito. Ma ancora, allora come adesso, c’è un dittatore”.