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Fidenza, uomo in manette per maltrattamenti all’ex moglie

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Operaio 37enne di Fidenza è stato arrestato per maltrattamenti sull’ex moglie, una 38enne di Parma. Il Comune emiliano contro la violenza sulle donne.

Ancora un caso di violenza sulle donne. Un uomo di 37 anni, operaio, residente a Fidenza, è stato arrestato per aver picchiato, minacciato e perseguitato l’ex moglie, una 38enne parmense, non rassegnandosi alla fine della loro relazione. Le accuse per lui, ora detenuto nel carcere di Strada Burla a Parma, sono di stalking e maltrattamenti in famiglia, iniziati già negli anni del matrimonio e perpetrati anche davanti ai figli minorenni.

I dettagli

Gli inquirenti hanno scoperto che l’uomo aveva cominciato a rivelare il suo vero carattere poco tempo dopo le nozze, con ossessiva gelosia e violenza. Per esempio era capitato che rinchiudesse la donna in camera da letto, senza permetterle di uscire. Poi c’erano state le botte e le minacce. Esasperata, la moglie l’aveva lasciato nel 2012 e il divorzio era arrivato nel 2016. Tuttavia da allora, l’ex marito era diventato sempre più violento e persecutorio, tempestando di telefonate e messaggi minacciosi la mamma dei suoi bambini. Ora per lei è la fine di un incubo.

Attività di zona contro la violenza

Solo dal primo gennaio al 31 ottobre 2013 centonove donne, italiane e straniere, si erano rivolte allo sportello di Fidenza del Centro Antiviolenza. Alcune avevano dovuto essere alloggiate in case protette. I dati del 31 dicembre 2016 parlavano di 249 persone accolte e i casi più gravi erano ben 237.

Samuela Frigeri, avvocata e presidente della struttura, aveva sottolineato che le violenze, avvenivano per lo più all’interno della famiglia e spesso avevano come vittime anche i figli. Si trattava (si tratta) di abusi fisici, psicologici e anche di ricatti economici. Quando la donna trovava il coraggio di porre fine alla relazione, iniziava anche lo stalking. Nonostante la situazione, le addette ai centri contro la violenza sulle donne e d’ascolto, lamentavano la mancanza di fondi.

Nel giugno del 2016 il Comune di Fidenza aveva aderito a una campagna web contro questa turpe fenomeno, appendendo fuori dal Municipio un grande drappo rosso, il colore del sangue delle vittime di femminicidio. Nel novembre dell’anno successivo, invece, anche a Fidenza erano state dipinte di rosso alcune panchine simboleggianti il posto vuoto che occupava una donna uccisa da un uomo.

Panchina rossa

Le parole delle autorità locali

Mostrato il drappo rosso, il sindaco di Fidenza Andrea Massari aveva condannato le violenze sulle donne sulle parlando di “sottocultura arcaica e inumana” e di “follia femminicida”, sottolineando tra l’altro che lo stalking era sempre più frequente. Invitava quindi la Città intera a intraprendere questa “battaglia culturale” a partire dalle scuole, sulla scorta di “un’ottima legge regionale contro la violenza di genere.

L’Assessore alle Pari Opportunità Alessia Frangipane aveva sottolineato l’impegno del comune nella lotta contro questi episodi: il simbolo del drappo rosso non avrebbe avuto alcun senso, senza servizi, Associazioni e Istituzioni che tutelassero il gentil sesso da certi comportamenti maschili. Le strutte sociosanitarie e di accoglienza erano state rafforzate e a disposizione di coloro ne avevano bisogno, c’era “una rete solida e strutturata” che connetteva Forze dell’Ordine, medici, assistenti sociali, centri specializzati. Inoltre si stava cominciando a lavorare nelle scuole “perché è fondamentale lanciare una sfida culturale contro chi ancora pensa che le donne siano esseri inferiori”.