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Codacons all’attacco di Google & C. in 7 Procure sui danni alla privacy

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È stato richiesto dall'Associazione a tutela dei consumatori di aprire un'indagine su Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft

Nel giorno in cui l’Antitrust presenta una segnalazione a Governo e Parlamento circa i Big Data e l’uso che le tali società fanno delle informazioni personali di utenti e collettività, il Codacons presenta un esposto a 7 Procure della Repubblica (Napoli, Bologna, Roma, Milano, Torino, Catania e Firenze) e al Garante per la Privacy chiedendo di aprire indagini specifiche sui colossi Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft.

La violazione della privacy è un reato che può avere dei risvolti amministrativi e penali pesanti per chi crea un danno ad un’altra persona utilizzando i suoi dati personali, a maggior ragione quando si tratta dei cosiddetti “dati sensibili” – afferma il Codacons – Il mondo del web è, forse, il più esposto al delitto di violazione della privacy, e chi naviga in rete spesso ignora del tutto i soggetti a cui fornisce i propri dati personali e l’uso che di questi viene fatto.

A seguito delle indagini promosse negli Usa dalla Federal Trade Commission che ha chiesto alle Big Tech una serie di documenti per fare luce sulle operazioni compiute dal 2010 ad oggi e l’uso che è stato fatto dei dati personali degli utenti, il Codacons ha chiesto alle Procure e al Garante per la privacy di attivarsi, ognuno per il proprio ambito di competenza, per accertare se sul territorio italiano possano essere stati commessi eventuali reati da Amazon, Apple, Facebook, Microsoft e Google o da società terze legate a tali colossi, “ben potendo emergere responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali violazione del codice della privacy d.lgs 196/03, fattispecie previste dall’art. 167 del codice della privacy (trattamento illecito di dati) e dall’art. 169. (misure di sicurezza), accertando se nei fatti esposti possano dunque ravvisarsi responsabilità, a carico di tutti coloro che verranno identificati come responsabili; a tal uopo si fa espressa richiesta alle Procure adite e al Garante per la Privacy di voler procedere all’acquisizione presso le sedi Amazon, Apple, Facebook, Microsoft e Google di tutte le informazioni sulle operazioni compiute dal 2010 ad oggi individuando nel territorio rispettivo di competenza quali società siano state acquisite e come i dati delle società e dei relativi utenti siano stati utilizzati”.