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Recovery plan, il governo: dobbiamo raddoppiare il tasso di crescita

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Per il deputato del Gruppo Misto Nino Germanà l'esclusione del Ponte sullo Stretto dal piano presentato dal governo rappresenta "un fatto grave"

Un tasso di crescita dell’economia almeno al livello della media UE (1,6%), dallo 0,8% nell’ultimo decennio; e ancora, aumentare gli investimenti pubblici per portarli almeno al 3% del pil; incentivare gli investimenti in R&S; garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica. Sono alcuni degli obiettivi portanti delle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, predisposte dal Governo. L’Italia guarda a target Ue anche sul fronte del lavoro con l’obiettivo di conseguire un aumento del tasso di occupazione di 10 punti percentuali per arrivare all’attuale media Ue (73,2% contro il 63,0% dell’Italia).

Tra gli altri obiettivi, quelli di elevare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale; ridurre i divari territoriali di pil; reddito e benessere; promuovere una ripresa del tasso di fertilità e della crescita demografica; abbattere l’incidenza dell’abbandono scolastico e dell’inattività dei giovani; migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati; rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese a fronte di calamità naturali, cambiamenti climatici e crisi epidemiche.

“L’esclusione del Ponte sullo Stretto dal Recovery Plan è un fatto grave”

“L’esclusione del Ponte sullo Stretto dall’elenco delle opere finanziabili con il Recovery Plan è un fatto grave, ma prevedibile perché questo governo non ha nessuna volontà di investire al Sud usando le risorse per opere infrastrutturali che sono attese da decenni”. Lo ha affermato il deputato del gruppo misto Nino Germanà, membro della commissione trasporti.

“Il progetto del Ponte sullo Stretto è pronto al ministero dei Trasporti: sarebbe bastato inserirlo tra le opere finanziabili per far partire i lavori. Eppure abbiamo ascoltato in queste settimane le parole della ministra De Micheli sulla pista ciclabile del ponte, e il viceministro Giancarlo Cancelleri che addirittura disquisiva anche della possibilità di un tunnel sottomarino. Sarebbe stato più onesto dire agli italiani che con il loro governo il ponte non avrebbe mai visto la luce per questioni ideologiche” ha aggiunto Germanà.

Mes, Berlusconi: vale 2,7 mld solo per la sanità in Campania e 2,4 in Puglia

“Il Mezzogiorno è la zona d’Italia più fragile anche in periodi normali, oggi la più esposta, anche per effetto degli sbarchi, a nuovi casi di Coronavirus. Se il governo Conte rinuncerà al Mes, come vorrebbero i grillini e come il Pd sembra rassegnato ad accettare, saranno 2.700 milioni in meno per la sanità in Campania e 2.450 milioni in meno in Puglia. Da non credersi! Eppure proprio in questa fase gli investimenti nella sanità sono quelli decisivi. Spero che non si arrivi a tanto”. Lo ha affermato Silvio Berlusconi in un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno.

“Io ho guidato i governi che nella storia d’Italia hanno investito di più nel Mezzogiorno. Considero il ritardo nello sviluppo delle regioni meridionali il peggiore fallimento della nostra storia nazionale. Sono convinto che il Paese possa ripartire solo se Nord e Sud ripartono insieme. Noi abbiamo proposto un grande piano di opere pubbliche per colmare il deficit infrastrutturale dell’Italia in generale e del Sud in particolare. Si tratta di trovare le risorse e il Recovery fund – che noi abbiamo tenacemente voluto in Europa – può servire a questo, se l’Italia sarà in grado di presentare progetti credibili” ha aggiunto Berlusconi.