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Renzi: il Dpcm aumenta il numero dei disoccupati

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Per l'ex premier "meglio un lockdown spiegato bene". Il professor Galli incalza: probabilmente andremo incontro a decisioni come in Francia

“Il decreto è tecnicamente sbagliato perché non poggia su dati scientifici, ma sulle ansie di alcuni ministri preoccupati. È un decreto che non riduce il numero dei contagiati, ma aumenta il numero dei disoccupati. Fomenta le tensioni sociali di un Paese diviso tra garantiti e non, crea un doppio binario sui ristori economicamente insostenibile nel medio periodo. L’utilità del dpcm dal punto di vista sanitario è tutta da dimostrare, mentre è certo sia dannoso a livello economico e sociale. E inoltre tradisce una visione ottocentesca della cultura vista come mero divertimento di cui si può fare a meno e non come pilastro – anche economico – della nostra identità: preoccuparsi dei cinema e dei teatri senza aver fatto funzionare trasporti e tamponi è umiliante”. Non lo hanno affermato né Matteo Salvini né Giorgia Meloni, leader dell’opposizione, bensì Matteo Renzi, leader di Italia Viva, partito al governo, in un’intervista a Repubblica. “Auspico che non si arrivi al lockdown, ma è più comprensibile un lockdown serio e spiegato bene come ha fatto Macron ieri sera che non procedere con decreti continui come fosse una telenovela. Facciamo un piano serio, anche duro se serve, ma un piano strategico da qui a sei mesi. Non decreti a getto continuo che scadono dopo sei giorni. Il virus è forte, ma non giriamoci intorno. Francia e Germania comunque tengono aperte le scuole. La ripartenza della scuola da noi è fallita perché abbiamo pensato ai banchi a rotelle e non ad avere un punto medico in ogni istituto. Perché abbiamo esasperato i professori con regole burocratiche, ma non abbiamo fatto funzionare i trasporti. Qui fanno tutti dirette Facebook – anche qualche presidente di Regione – ma poi i posti in terapia intensiva non sono cresciuti quanto necessario. E ci sono meno medici per colpa anche di quota 100. La gravità della pandemia impone serietà nelle risposte. Possiamo farcela e ce la faremo. Ma solo parlando il linguaggio della verità, non degli slogan” ha aggiunto Renzi.

Galli: probabilmente andiamo verso una soluzione vicina a quella della Francia

“Significa che c’è il timore che i provvedimenti già adottati, anche loro assai discussi e combattuti sia da una parte politica sia da una parte dell’opinione pubblica, rischino di non arrivare a fermare almeno in modo accettabile questo fenomeno” di impennata dei contagi da Covid-19 e crescita dei ricoveri. “Vuol dire praticamente che già l’intero sistema sanitario è coinvolto al punto da fare molta fatica a rispondere a qualsiasi altra necessità dei cittadini dal punto di vista della salute. E questo è l’aspetto che io trovo uno dei più angoscianti e preoccupanti. E significa che probabilmente andiamo verso una soluzione vicina a quella della Francia. Ricordiamoci che li abbiamo esattamente avanti a noi, anche se di poco”. Questo è lo “scenario 3 in rapido peggioramento”, citato dal premier Giuseppe Conte, secondo quanto affermato dall’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ad ‘Agorà’ su Rai 3.

L’esperto cita la Francia che ha annunciato un lockdown nazionale da venerdì, con le scuole che resteranno però aperte. E puntualizza che per l’Italia si tratta di capire “quando arriveremo alla situazione francese, non se vi arriveremo. A me l’idea di un nuovo lockdown totale sconvolge abbastanza per tutto quello che va a significare. Io mi auguro veramente che si riesca a mettere in piedi quanto basta per riuscire a limitare i danni e riuscire a venirne fuori senza arrivare a questo. Però temo che si sia molto vicini soprattutto in determinate aree del Paese” ha aggiunto Galli.