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Pregliasco: prepariamoci alla terza ondata a febbraio

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La misura più estrema del lockdown nazionale sarebbe sicuramente in grado di fermare i contagi. Ma non ce la possiamo permettere

“Con l’arrivo del Natale, il rischio è che la politica sia tentata di sdrammatizzare la situazione come successo in estate, per rilanciare l’economia. Questo non deve assolutamente succedere. Adesso bisogna organizzarsi per la terza ondata di Covid-19, che arriverà a febbraio. Lo ha affermato in un’intervista a ‘Il Giornale’, il virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi del capoluogo lombardo. “La misura più estrema del lockdown nazionale sarebbe sicuramente in grado di fermare i contagi. Ma non ce la possiamo permettere. Sul piano sanitario sarebbe sicuramente una misura più opportuna dal punto di vista dell’efficacia, ma in questo momento per il nostro Paese sarebbe insostenibile. Ora l’ideale è aspettare di capire in che modo evolve la situazione. Bisogna aspettare i risultati delle nuove misure e valutarne i segnali, ma se la situazione epidemica non migliorerà bisognerà necessariamente arrivare al lockdown generale. Se non dovessero arrivare risultati in termini di riduzione della curva dei contagi le misure più dure non potranno essere posticipate ulteriormente” ha aggiunto Pregliasco.

La virologa Cassetti: vaccino Pfizer, bene i risultati ma ci vuole cautela

“L’annuncio dei risultati del vaccino anti-Covid di Pfizer è una notizia molto incoraggiante e anche altre aziende farmaceutiche sono sulla strada buona: verso la fine del 2021 potremmo tornare a una sembianza di normalità. Però calma, ci sono ancora molte cose da studiare. Per esempio l’effetto del vaccino sulle infezioni asintomatiche”. Lo ha affermato Cristina Cassetti del Niaid, l’Istituto di ricerca sulle allergie e le malattie infettive con sede a Washington, guidato da Anthony Fauci, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. Nata a Roma, 51 anni, Cassetti è la vicedirettrice della Division of Microbiology and Infectious Diseases e fa parte del team che sovrintende ai 5 progetti di ricerca sul vaccino anti-Covid 19 finanziati dal governo degli Stati Uniti. Nella lista non c’è Pfizer che ha però venduto in anticipo 100 milioni di dosi per 1,9 miliardi di dollari all’amministrazione Trump. Pfizer ha fatto sapere di avere testato un vaccino con un’efficacia al 90%. “Pfizer ha esaminato i primi dati della fase 3, vale a dire la sperimentazione che coinvolge circa 40mila persone. È un risultato eccellente. Anzi, direi che è un miracolo essere a questo punto dopo soli 10 mesi di lavoro. Adesso Pfizer completerà le verifiche e alla fine il tasso di efficacia potrà essere un po’ di più o un po’ di meno del 90%. Teniamo conto che il vaccino per la normale influenza di solito ha un’efficacia intorno al 40-60% e la Fda considererà per l’autorizzazione d’urgenza per vaccini contro il Covid solo quelli con un’efficacia superiore al 50%” ha aggiunto la Cassetti.