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Giorgetti: il premier cadrà presto, ma l’opposizione manca

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Su Salvini: non deve farsi cuocere a fuoco lento, ma darsi una dimensione di respiro internazionale. Il suo successo è nato fuori dai Palazzi

“Al governo sono incapaci e il premier cadrà presto. Il Paese è più impaurito che incazzato. Ed è depresso. Ma quando la paura finirà potrebbe esplodere. Al governo c’è una banda di incapaci, che si tiene in piedi solo grazie a una favorevole congiunzione astrale. E l’opposizione è ancora una compagnia di ventura, vincerà a mani basse le prossime le elezioni, quando ci saranno, ma non è pronta a governare. È come se il centrodestra di oggi avesse paura di un altro centrodestra, diverso, che invece è proprio quello che serve all’Italia”. Lo ha affermato Giancarlo Giorgetti in un’intervista al Corriere della Sera. ”Salvini ha fatto una mossa giusta, e subito la Meloni ha protestato, per ragioni di competizione elettorale. Ma il leader della Lega ha ragione se prova a non farsi cuocere a fuoco lento per gli anni restanti della legislatura. Deve utilizzare questo non breve tempo per uscire dal personaggio che gli hanno cucito addosso, e acquisire l’affidabilità di uomo di governo, interna e internazionale. È una sfida anche per lui. Il suo straordinario successo politico è stato infatti costruito fuori dal Palazzo, nei social e nelle piazze, e questo lo spinge giustamente a non fidarsi del Palazzo e delle sue manovre. Ma per governare l’Italia ci vogliono alleanze e credibilità, non basta un forte consenso elettorale. Anche il Pci ce l’aveva, ma non l’hanno fatto mai neanche avvicinare al governo”.

Quanto alla possibilità che il governo cada: ”Tre mesi fa ho detto a Salvini: guarda che tu devi sperare che vinca Biden. E sai perché? Perché Renzi è suo amico, o almeno crede di esserlo, e con lui alla Casa Bianca si sentirà più forte, penserà di avere l’arma nucleare, e magari sarà disposto a forzare la mano e a rischiare. Sta accadendo. Ho visto che ha anche postato una sua foto con il nuovo Mr President, come a dire: in Italia mi sottovalutate, ma io ho amici potenti”. Sul dopo Conte, su una guida al governo di Mario Draghi, Giorgetti dice che ”sarebbe quello che ci vuole, per fare cose che un governo raccogliticcio come quello attuale, tutto e solo preso dal consenso, non potrebbe mai fare. Per esempio quando si tratterà di rivedere tutta la legislazione di sussidi e blocco dei licenziamenti che c’è ora. Oppure per investire i soldi europei in progetti che creino veramente crescita, unica via per un Paese con un simile debito pubblico. Insomma, qui nessuno sembra farci caso, ma noi stiamo in piedi perché la Bce compra i nostri titoli sui mercati. Durerà, ma non all’infinito. Poi dovremo farcela con le nostre gambe. E chi lo farà? Le banche? L’Unicredit di Padoan presidente? Nessun governo senza la necessaria credibilità e serietà potrebbe sventare il rischio di una tempesta finanziaria”.