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Cgia in audizione al Senato: il Recovery sia a misura di Pmi

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Intanto arriva l'allarme del Codacons: dati sulla povertà sono peggiori di quelli registrati in Italia a seguito della crisi economica

Si è tenuta nel tardo pomeriggio di ieri l’audizione della Cgia di Mestre presso la Commissione congiunta Bilancio e Politiche Europee del Senato. Tema della discussione il Piano nazionale di ripresa e resilienza (il cosiddetto Recovery Plan) che il governo Draghi sta mettendo a punto in queste settimane.

“Un documento così importante – ha sottolineato il segretario degli artigiani mestrini Renato Mason – non può concentrarsi solo sulle imprese di grandi dimensioni. È stato ricordato alla Commissione che le Pmi in Italia costituiscono il 99,9 per cento delle imprese presenti nel Paese e vi trova lavoro il 77,5 per cento del totale degli addetti”.

Troppo spesso, hanno proseguito dalla Cgia, le scelte programmatiche si concentrano su temi, ambiti e questioni che sfiorano appena queste realtà che, invece, costituiscono il tessuto connettivo su cui si basa l’economia italiana e veneta in particolare. Nel merito delle missioni del piano si è sottolineato come debba essere favorita la trasmissione dei mestieri alle nuove generazioni, puntando sul ruolo e la centralità del lavoro manuale.

Altresì, vanno promossi gli appalti a Km zero, al fine di recuperare un rapporto tra gli investimenti pubblici e le imprese del territorio. Infine, si è sostenuta la necessità di aiutare il ricambio degli automezzi pesanti ormai obsoleti e includendo i piccoli vettori nel trasporto pubblico locale. Tutto questo incentivando in maniera organica e strutturale il rapporto tra scuola, impresa e lavoro.

Istat, Codacons: Covid crea nuova ondata di poveri in Italia

I dati sulla povertà diffusi oggi dall’Istat sono per il Codacons drammatici ed evidenziano come il Covid abbia creato una nuova ondata di poveri in Italia.

“I numeri sono peggiori delle aspettative, e dimostrano come l’emergenza sanitaria abbia influito sulle tasche delle famiglie impoverendo una consistente fetta di popolazione – spiega il presidente Carlo Rienzi – I dati sulla povertà sono addirittura peggiori di quelli registrati in Italia a seguito della crisi economica: rispetto al 2010, il numero di famiglie povere è passato da 1,1 milioni (4,6% del totale) a oltre 2 milioni (7,7% del totale). Questo significa che in 10 anni il numero di individui in condizione di povertà assoluta passa da 3,1 milioni a 5,6 milioni, con un incremento pari a +2,5 milioni di cittadini poveri”.
“La nuova ondata di povertà che si registra in Italia mette in serio pericolo i consumi nazionali e l’intera economia, e avrà effetti a cascata su commercio, industria e Pil – prosegue Rienzi – Il Governo Draghi deve intervenire con urgenza per sostenere i redditi delle famiglie e la spesa e adottare misure in grado di rilanciare i consumi che, nel 2021, rischiano di subire un ulteriore tracollo”.