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Locatelli: non dobbiamo rifiutare il vaccino Astrazeneca

vaccino coronavirus

"Milioni di persone in Europa lo hanno ricevuto senza sviluppare problemi e questo dato rassicura sul profilo di sicurezza"

”Quando arrivano segnalazioni di incidenti gravi o fatali devono essere messe in atto tutte le misure per capire le cause. Il ritiro precauzionale del lotto cui apparteneva la dose somministrata dimostra l’efficienza del sistema di farmacovigilanza”. Lo ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, a proposito del vaccino AstraZeneca.

”Dico con altrettanta chiarezza e fermezza, che non vanno tratte conclusioni affrettate sul nesso di causalità. Occorre basarsi sulle evidenze, altrimenti si rischiano reazioni emozionali. E non dimentichiamoci che l’efficacia del vaccino AstraZeneca è assai elevata, essendo superiore all’80% per tutte le manifestazioni di Covid-19 e si avvicina al 100% per la copertura dalle forme gravi. Non dobbiamo rifiutare questo vaccino. Milioni di persone in Europa lo hanno ricevuto senza sviluppare problemi e questo dato rassicura sul profilo di sicurezza, così come anche su quello degli altri oggi disponibili. Il vaccino AstraZeneca contribuirà a proteggerci dall’epidemia. La maggior capacità contagiante della variante inglese, oggi largamente predominante sul territorio nazionale, è fuori discussione e ha giocato un ruolo determinante nel sostenere la ripresa della curva epidemica. Non scordiamoci mai, tuttavia, che contribuiscono anche comportamenti individuali e, pur avendo oggi a disposizione i vaccini, non dobbiamo minimamente deflettere da tutto quello che abbiamo imparato in questi mesi. La copertura offerta dai vaccini non si tradurrà in un cambiamento totale in pochissime settimane: sarà un processo progressivo che troverà compiuta realizzazione solo tra alcuni mesi. Vi era certamente il timore legato alla diffusione di varianti connotate da maggior potere contagiante e l’analisi costante dell’evoluzione della curva epidemiologica ha esattamente lo scopo di intercettare cambiamenti predittivi di impatto sui servizi sanitari, quali, ad esempio, l’occupazione di posti letto nelle terapie intensive. In questa logica, si è valorizzato il criterio dell’incidenza cumulativa a 7 giorni superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti come parametro addizionale utile a identificare in maniera più tempestiva tutti i contesti territoriali connotati da maggior circolazione virale. Seguendo il principio di massima cautela si è deciso d’innalzare il livello delle misure, nella logica di contenere la diffusione del virus, così da trovarci in una situazione epidemiologica più favorevole dopo Pasqua. Al primo posto c’è la tutela della salute, ma è evidente che esiste anche una crisi economico-sociale da non sottovalutare. Ecco perché resto convinto dell’utilità del principio della proporzionalità e dell’adeguatezza degli interventi” ha aggiunto Locatelli.