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Finchè c'è guerra c'è speranza: degli appalti, of course

Il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky

Un editoriale di Bloomberg, il colosso editoriale inglese, spiega bene perché il Governo inglese deve dare subito gli aerei da caccia e i carri armati all’Ucraina, anche a rischio di scatenare la terza guerra mondiale.

“In pure national interest terms, a Ukrainian victory would put the UK in a position to benefit economically from increased trade and a role in reconstruction. And it would substantially improve the UK’s international standing”.

Aiutare l’Ucraina è importante, ma più passa il tempo, meno diventa chiaro lo “spirito” (e soprattutto gli interessi) che si stanno allungando intorno al “fronte” anti-Putin. Non si tratta solo della nuova geografia delle esportazioni di gas e petrolio, ma della stessa logica che sembra ispirare le forniture di armi: chi più ne da, più conta di guadagnare in termini di affari con il controllo dei futuri appalti per la ricostruzione dell’Ucraina post-guerra.

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Un editoriale di Bloomberg, il colosso editoriale inglese, spiega bene perché il Governo inglese deve dare subito gli aerei da caccia e i carri armati all’Ucraina, anche a rischio di scatenare la terza guerra mondiale. Con un pazzo come Putin, prima o poi si rischia di avviare una spirale irreversibile. Morire per la democrazia va bene, ma rischiare un missile nucleare per la corsa agli appalti, sembra davvero grottesco. Ho inserito di seguito il succo della tesi di Bloomberg, ma vale la pena leggere tutto l’articolo: Zelensky è paragonato a Churchill, con l’Inghilterra che non può perdere l’opportunità di tornare alla centralità geopolitica sull’Europa. E Londra non è neanche sola: i primi a capire la logica degli affari sono stati i tedeschi, decidendo unilateralmente di mandare a Kiev i carri armati prodotti in Germania. Business is business: se Berlino ha tutto il diritto di fornire (e vendere) i panzer all’Ucraina senza consultarsi con nessuno (eccetto gli USA e Inghilterra), perché non dovrebbe farlo Londra con l’economia dei caccia bombardieri.
Ma se questa è la logica che ispira inglesi, tedeschi e americani, c’è da chiedersi quale ruolo pensa di avere l’Italia nel futuro cantiere post-bellico. Noi siamo mossi dalle migliori intenzioni, ma qui si tratta di concorrenza, non di coalizione.

Mi chiedo anche che accadrebbe se le armi italiane non bastassero a Zelensky: come rilanciamo sui potenti caccia inglesi? Con la nuova portaerei Cavour, o con l’incrociatore tutto-ponte Garibaldi? Altro di importante non abbiamo.

Finché c’è guerra c’è speranza, spiegava agli italiani un film di Alberto Sordi: come sempre per gli appalti, oltre che per la democrazia.
Ma questa è l’Europa: tutti uniti, disordinatamente.