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Fine vita, Cappato a Notizie.it sulla decisione della Consulta: "Duro colpo per la democrazia"

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Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, commenta ai microfoni di Notizie.it la sentenza della Corte Costituzionale in merito al referendum sul fine vita.

Credo che il colpo più duro lo abbia subito la democrazia italiana, che ha perso un’occasione molto importante e molto bella per ricollegare la vita delle istituzioni con la società civile, qualunque fosse stato il risultato. Invece così i palazzi della politica restano chiusi e si impedisce al popolo di decidere“. Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, commenta così, ai microfoni di Notizie.it, la sentenza della Corte Costituzionale in merito al referendum sul fine vita.

La decisione della Consulta – continua Cappato – ha come effetto quello di impedire al popolo italiano di esprimersi su un tema fondamentale per la vita di tante persone. La motivazione che è stata data è politica, perché quando si dice che il referendum avrebbe lasciato senza tutela le persone più deboli e più fragili si esprime un giudizio politico sull’eutanasia, non un principio sulla base della Costituzione, tanto che il governo non si era nemmeno costituito in giudizio a difesa della legge che noi volevamo abrogare“.

Per Cappato la sentenza avrà conseguenze fortemente negative “per quelle persone che dovranno aspettare già a lungo in condizioni di sofferenza contro la propria volontà e che avrebbero trovato speranza in una depenalizzazione di quel reato che impedisce l’eutanasia in Italia“.

A proposito della legge in discussione in Parlamento, Cappato commenta che “è una legge peggiorativa rispetto a ciò che è già legale in Italia, il cosiddetto aiuto al suicidio. La legge a firma Pd e M5s restringe il campo di applicazione del suicidio assistito già legale sulla base della sentenza di tre anni fa della Corte Costituzionale sul mio processo, cioè la sentenza consente l’aiuto al suicidio per pazienti affetti da patologie irreversibili che provocano una sofferenza fisica o psichica insopportabile. La legge non aggiunge alcun diritto ma anzi introduce l’obiezione di coscienza e il criterio della prognosi infausta, che escluderebbe lo stesso Dj Fabo“.